IL LAVORO E LA DIGNITÀ

IL LAVORO E LA DIGNITÀ

Non sono in grado di giudicare quale sia la soluzione migliore per risolvere la carenza di mano d’opera nei campi di raccolta, non mi piacciono le proposte di usare questa o quella persona, perché percepisce un reddito, perché è disoccupato, perché tanto non potrà andare in ferie…Il problema di un qualsiasi lavoro non è chi può farlo, ma come deve essere fatto e retribuito, è chiaro quindi che i fattori ambientali, la tipologia delle attività dove sono richieste determinate caratteristiche fisiche giocano un ruolo importante.I fattori che ad oggi hanno determinato il basso costo del lavoro sono le lunghe catene delle filiere dalla produzione alla vendita, in poche parole pochi guadagnano tanto sulla pelle di chi si uccide di fatica, è chiaro quindi che se la gestione rimanesse tale il prezzo al banco con retribuzioni adeguate per la mano d’opera sarebbe enormemente superiore, ma soprattutto insostenibile per una consistente parte dei redditi da lavoro dipendente o pensionati.Occorrerebbe quindi in un contesto emergenziale come quello che tutti stiamo vivendo, si riveda tutto ciò che riguarda la filiera della GDO, grande distribuzione organizzata, eliminando tutti quei passaggi intermedi che generano il prezzo finale, perché non si può più sopportare la condizione di schiavitù che regna nei campi di raccolta, né proposte di utilizzare a costi ridotti chi oggi vive una condizione di disagio o percepisce somme economiche dallo Stato come ammortizzatore.In buona sostanza la gestione della distribuzione diventi pubblica, fino ad una definizione di regole certe a tutela di chi lavora realmente e acquirente finale, perché oggi il vero problema è che non si può più sopportare il furbo di turno, il quale tratta un prezzo da fame per l’acquisto del prodotto da tanti piccoli imprenditori agricoli.