ADDIO A LUCIANA ALPI. RESTA A NOI IL DOVERE DELLA VERITA’

ADDIO A LUCIANA ALPI. RESTA A NOI IL DOVERE DELLA VERITA’

E’ morta Luciana Alpi, una mamma che non ha mai smesso di combattere per la verità sulla mortedella figlia Ilaria Alpi.Le numerose patologie con cui conviveva da anni, avevano portato Luciana Alpi al ricovero nellaclinica romana Ars Medica per sottoporsi ad una serie di controlli. “Soffriva di cuore”, dice lasorella che l’ha assistita fino alla fine. “I medici avevano deciso di inserirle un pace maker.Poi tutto è precipitato. Gli acciacchi e i malanni che la tormentavano si sono riaffacciati e incinque giorni se n’è andata”. E’ spirata martedì sera alle 20,30.L’ennesima delusione, un piccolo spiraglio, una piccola speranza di trovare gli assassini dellafiglia, è sfumata quando cinque giorni fa la Procura di Roma aveva chiesto l’archiviazione delleindagini, troppo anche per questa minuta ma tenace combattente che dal 20 marzo 1994 non ha maismesso di chiedere con irremovibile forza e dolcezza la verità, i perchè e chi, per davvero, leavevano ucciso la figlia.Una donna dall’aspetto esile ma coriacea e forte che aveva proseguito la sua lotta anche dopo lamorte del marito Giorgio.Ieri a dare la notizia, il vicedirettore di Rai 1 Andrea Vianello con un tweet: “Non hai maismesso di lottare per la verità e la giustizia per Ilaria. Era una combattente piena di dolore maanche di forza e di dignità. Le volevo bene e l’italia le deve ora ancora di più l’individuazionedegli assassini di sua figlia e dei loro mandanti”.Ci ha lasciati Luciana Alpi, prima che il gip mettesse la parola fine all’ultima pista. Quella che spuntava fuori da un’intercettazione disposta nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di esseriumani. Nella quale due cittadini somali, parlando dell’omicidio della giornalista del Tg3dicevano: “L’hanno uccisa gli italiani”.Un ambiguo sentore che è sempre aleggiato sull’inchiesta della morte di Ilaria Alpi, un casosegnato da infinita omertà, depistaggi e menzogne e dalle infinite peripezie giudiziarie.Luciana non si è mai rassegnata alla morte di sua figlia Ilaria.Luciana Alpi non aveva accettato la versione ufficiale, troppe contraddizioni, troppe lacune nelletestimonianze offerte, troppe omissioni da parte degli stessi inquirenti. Si era resa conto subitoche attorno al duplice omicidio aleggiava un movente molto più grave di un semplice tentato sequestro finito nel sangue.Dai primi momenti capì subito che qualcosa non andava. Negarono l’autopsia sul corpo di Ilaria,sparì dall’incartamento ufficiale il referto dell’esame autoptico, per riapparire tra le carte diun trafficante internazionale di armi. E poi le bugie che si susseguivano, i depistaggi, le tesiprecostituite, le conclusioni altalenanti delle due Commissioni parlamentari d’indagine.Si rese conto che la morte di queste due giovani vite erano dovute dal culmine di un’inchiestagiornalistica che avrebbe potuto mettere in seria difficoltà il Governo italiano e il mondo dellanostra Cooperazione. Ilaria Alpi era riuscita a seguire il filone del traffico della armi cheattraverso le navi finanziate dal nostro Governo e affidate alla Somalia, comprometteva l’interaoperazione Onu “Restore Hope”, speranza restituita, a cui partecipava anche l’Italia. Il classicogioco su due fronti: da un lato fornivamo assistenza e sostegno per creare la pace in Somalia,dall’altro fomentavamo la guerra civile fornendo armi ad uno dei clan in lotta.