PARLIAMO DI TAMARA ASSEYEV, GENIO SCONOSCIUTO
Quando chiedono quali sono i film preferiti si pensa sempre a una sequenza di film collegati l’uno all’altro, e tutti insieme formano un unico blocco d’immaginario, impossibile scegliere i dieci film più importanti della storia del cinema, ma i dieci flussi cinema più importanti, semmai….Per esempio mai dire Acque del sud senza mettere insieme anche Un bacio e una pistola, il grande sonno, Il lungo addio, Dovlatov, Detour, Il tesoro di Vera Cruz, un Danelja, un David Ashkar, La sanguinaria, Solo chi cade può risorgere, Femmina folle, Il grande freddo, Chinatown, Viale del tramonto, un Demme qualunque, Fiamma del peccato, Chi ucciderà Charlie Varrick? … per esempio se dovessi consigliare OGGI a qualcuno cosa vedere consiglierei questo blocco compatto, anti-virus covid19: Mercoledì da leoni di Milius, Killico il pilota nero di Daniel Haller, Norma Rae, Drive in del 1976 di Rod Amateau, The Wild Racers di Daniel Haller della New World, che in Italia si chiamava I diavoli del Grand Prix, I wanna hold your hand di Bob Zemeckis (in Italia 1964 allarme a New York), Sweet Kill, Paddy, Silkwood, Target di Bogdanovich, Il massacro del giorno di san Valentino, The Devil’s Angels di Daniel Haller (con Cassavetes), Il serpente di fuoco, Il pozzo e il pendolo di Corman….e anche over the edge di Tim Hunter che è un po’ spurio ma è un capolavoro assoluto…e un Al Adamson.(1)… Naturalmente a partire da quello che non si conosce… e poi ecco che scopro che dietro tutti questi film c’è un solo cervello produttivo. E che questo cervello produttivo nasce nella factory di Roger e Julie Corman e che il suo nome è pure un po’ russo, come quello vero di Maya Deren. Insomma tutti questi film sono stati messi insieme da …. TAMARA ASSEYEV. La politica degli autori, che equipara un cineasta a uno scrittore, a un pittore, a un musicista, questa volta fa bingo. Tamara Asseyev è uno dei miei cineasti preferiti perché raccoglie una scuderia di registi che insieme formano un grande iperblock sovversivo (1) Over the edge con un Matt Dillon bebé molto indisciplinato, è una specie di zero in condotta dei burbs. Asseyev non c’entra questo volta produttivamente, ma c’entra il suo amico e collega (in drive in per esempio) George Litto (messinese americano) che con lei ha prodotto il sorprendente “Drive in” (un russ Meyer senza tette se non tra le righe)… insomma il cinema è sempre un collegamento magnetico di cose con cose. solo al adamson non c’entra nulla ma è troppo dimenticato, come selander e springsteen
