Piange al telefono ed io con lui. Succede durante una chiacchierata con Oreste Perri, da ragazzo campione di canoa plurimedagliato, da adulto, nel 2009 e per cinque anni, sindaco amato di Cremona, poi presidente del Coni Lombardia, nel 2018 tornato direttore tecnico della Nazionale di canoa. Oreste ha un cuore grande. Lo chiamo perché, erroneamente, lo immagino da tre mesi e mezzo ancora bloccato dall’emergenza sanitaria giù in Sicilia, in un agriturismo a Lentini, tra Catania e Siracusa, comune lambito dal fiume Leonardo. Laggiù è arrivato il 7 gennaio per allenare i suoi 20 ragazzi in vista dei Giochi olimpici, poi rimandati all’estate del 2021. Mi racconta che i suoi ragazzi, dai 21 ai 30 anni, li ha allenati fino a quando è stato possibile. Ovvero e che, poi, via via li ha fatti rientrare . Mi racconta di essersi fermato là . E di essere riuscito a ripartire in auto, anche lui tra mille peripezie: lo stretto di Messina, una notte ospite da un collega di Reggio Calabria, poi, finalmente, a Cremona, il giovedì Santo. . Mi dice che ha pianto, giù a Lentini. Fa una pausa, scoppia in lacrime al telefono. Ed io con lui. , sussurra tra i singhiozzi. Oreste è così, genuino, il cuore gonfio di sentimenti. Ecco perché noi cremonesi gli vogliamo un gran bene. . Oreste mi parla, con affetto, di Cremona. . Mi racconta che tra una conferenza on- line con il Coni Lombardia e il Coni nazionale, tra una lezione e un’altra on -line ai suoi ragazzi che si allenano in casa, vanga l’orto. Sta togliendo le erbacce, poi butterà giù carote e pomodori. Oreste è così. Quando parlo con lui, converso con uno di famiglia. Sarà anche perché ha allenato Antonio Rossi, campione mondiale e olimpionico di canoa, già assessore lombardo allo Sport, ora sottosegretario ai Grandi eventi sportivi della Regione Lombardia. Antonio, il bell’Antonio, campione pulito, persona perbene, è mio cugino: la sua mamma Nunzi è prima cugina del mio papà Piero scomparso il 5 luglio del 1973, a 44 anni. Antonio ha gli occhi azzurri dei Morandi. Tutti tranne me che li ho scuri e la mia amata sorella Adelina che li ha castani. Quando parlo con Oreste, la chiacchierata finisce sempre lì. . . Al telefono sentiamo la sirena di una ambulanza. , mi dice. Piange, Oreste. Ed io con lui. Scusate il disturbo.