L’APORIA DI PEROTTI E IL SOVRANO ASSISTENZIALISMO
Sulavoce.info,un commentodel professorRoberto Perottisulla misteriosa (ma non troppo) strategia italiana in Europa riguardo ai fondi per la ripresa post-pandemia. Perotti passa in rassegna le opzioni disponibili e giunge alla conclusione che non ci sono molti margini e speranze. Io non sono così pessimista ma di certo la posizione italiana non ha sin qui aiutato a fare chiarezza, pur essendo chiara di suo, riassumendosi nel grido “datece li sordi“. Il punto di Perotti, oltre che del senso comune, è che in un negoziato serve mettersi nei panni dell’altro ed avanzare proposte non irragionevoli.Oltre che intessere alleanze, aggiungo io, che poi è il sottoprodotto degli altri due precetti. Mettiamoci quindi nei panni altrui: Quando si gonfiano le aspettative della popolazione, si finisce a recriminazioni, risentimenti e divisioni.Giustissimo, e pure pleonastico in un paese, l’Italia, in cui quotidianamente c’è un vero e propriocacerolazodi lamentele contro “l’Europa”, utile a politici e caravanserraglio di editorialisti per raccogliere punti-fragola avvelenati. Per farvela breve, tutto l’articolo di Perotti si basa su quella che egli ritiene l’infattibilità di forme di “solidarietà”, cioè di trasferimenti netti da un gruppo di paesi ad un altro: Qui non sono d’accordo:se un decisore politico è razionale, e se lo sono quindi anche gli elettori, l’orizzonte temporale da considerare è molto più lungo di pochi mesi o di una legislatura. La Germania deve valutare razionalmente se, da un crollo del resto d’Europa, potrà trarre beneficio o nocumento. Potremmo immaginare che la Germania stia conducendo una “guerra di aggressione”, nel senso che attende di raccogliere per un tozzo di pane le macerie e la polpa residua in giro per l’Europa, ma a me pare sinceramente una argomentazione “diabolica” che non sta in piedi. Se vivi in un edificio e gli togli la chiave di volta, l’edificio ti finisce in testa. Se sopravvivi, ti estraggono dalle macerie i “soccorritori” americani o cinesi, e finisci a fare il loro domestico per vincolo di gratitudine imposta.Chi sostiene la tesi della Germania imperialista che prospera nella devastazione, probabilmente ha un enorme complesso di inferiorità verso i tedeschi, e li considera esseri soprannaturali. Se fossi un intellettuale da degradato talk show televisivo italiano, parlerei conseguentemente diinvidia penis. Per fortuna non lo sono. Perotti è scettico anche sullaproposta spagnoladell’emissione di un bond perpetuo comune, sostenuto da garanzie collettive, il cui controvalore verrebbe erogato come sovvenzione ai paesi dell’Eurozona in funzione dei “bisogni” da pandemia (che sarebbero difficili da quantificare, e farebbero sorgere dispute e recriminazioni): Mi pare una conclusione decisamente drastica oltre che debole.Certo, servirebbero tasse comuni europee e/o aumento di dotazione del bilancio pluriennale Ue ma, col servizio delle sole cedole, il costo sarebbe ragionevole per ogni paese, mentre quello del default sarebbe sproporzionato, per usare un eufemismo. Lo strumento sarebbe ad alto rating e naturalmente interessante per investitori di lunghissimo termine quali assicurazioni e fondi pensione. Avrebbe liquidità decente attraverso emissioni cumulative in arco pluriennale, le cosiddette “riaperture”, e sarebbe quindi smobilizzabile sul mercato secondario. Ma il punto vero di Perotti, al di là dei tecnicismi, è denunciare una sorta di aporia in questo dibattito sulla “solidarietà”: Questo è il punto di Perotti. Sottintende che non sia politicamente percorribile, in nessun caso, effettuare trasferimenti entro la Ue.Questa però mi sembra una ulteriore forzatura.La Ue è già una unione di trasferimenti.Ci sono paesi contributori netti al suo bilancio ed altri che sono prenditori netti.Il punto è che tali trasferimenti sono rigorosamente normati e regolati.Servirebbe quindi normare e regolare anche quelli sulla “ricostruzione” post pandemia. Il primo punto, ovvio, è che il paese destinatario non può pensare di fare con fondi di “solidarietà”, cioè trasferimenti, quel diavolo che vuole. Tipo baby pensioni, che so. E qui emerge subito l’allergia degli italiani per forme di controllo e verifica dei trasferimenti.Curioso, no? Gli italiani sono “sovrani ed orgogliosi” ma vogliono al contempo essere assistiti e ricevere fondi comuni, auspicabilmente a titolo gratuito, e nessuno deve dirci che farne. Altrimenti ci arrabbiamo e lasciamo liberi gli editorialistiwatchdogdi imbrattare fogli e pixel di questo nazionalismo con le pezze al culo. E comunque, oltre che inetti nella creazione di alleanze, gli italiani sono autolesionisti anche quando rilasciano dichiarazioni ai media esteri, mettendo a nudo tutta la loro devastante ignoranza, né si preoccupano di salvare la forma quando ripetono il mantra del “paese più colto, ricco e bello del mondo” (a sentire la vulgata nazionalista):semo sovrani, datece li sordi.Temo che, con queste premesse e questo modo di porsi, la “Cassa del Mezzogiorno d’Europa” noi italiani la attenderemo a lungo.
