27 APRILE 1937, DOPO 11 ANNI DI PRIGIONIA MUORE ANTONIO GRAMSCI

27 APRILE 1937, DOPO 11 ANNI DI PRIGIONIA MUORE ANTONIO GRAMSCI

il 27 aprile 1937, poco dopo le 4 del mattino, dopo quasi undici anni di prigionia e clinica in condizione di detenzione e semidetenzione, spirava, a Roma, Antonio Gramsci. Come scrisse Angelo Tasca, suo antico compagno di università e di partito (da cui era stato poi espulso), si trattò di “una perdita irreparabile”. Continuamente mi accade, nelle diverse situazioni politiche e sociali, nei diversi confronti (e scontri) intelettuali, di chiedermi che cosa direbbe Gramsci, quale articolo scriverebbe, quale incitamento o rimbrotto uscirebbero dalle sue labbra…Ma Gramsci è lontano, e a ben vedere, non ha figli, nè nipoti, nè pronipoti politici e intellettuali. Quello che si può fare e continuare a onorarne la memoria, studiarlo, e ristudiarlo, cercando di trarre dai suoi testi, e dalla sua stessa breve esistenza, stimoli culturali e politici per continuare a interpretare il presente, e continuare, ostinamente, a cambiarlo.