SE IO FOSSI VITTORIO FELTRI
Il 25 aprile appena passato l’ho iniziato con la visione mattutina di quel film gioiello di Guerrieri del 1975, Salvo D’Acquisto, con Massimo Ranieri nella parte del carabiniere 23enne che si sacrificò per salvare dei civili che stavano per essere decimati, e Enrico Maria Salerno partigiano e un’Isa Danieli da impazzire. L’ideale per la mia iperemotività da quarantena – piango, ormai, anche per spot grossolanamente patriottici o per scene di quotidianità o parole o aneddoti che un tempo avrei cassato con cinica spietatezza -: finito il film ero pronto a uscire dall’Europa, a scagliarmi contro i crucchi come neanche Tullio Solenghi e infine a arruolarmi nell’Arma. In questo stato di commozione epica,ho fatto l’errore di aprire Twitter e scoprire da un twitt di De Magistris la questione Feltri. Vittorio.Vi direte, come hai fatto a non accorgertene prima? Vi dirò, se hai cose più importanti a cui pensare, ti risparmi cose inutili e dannose, come leggere Libero o vedere Mario Giordano. E ho pensato che nessuna malattia, nessuna quarantena può essere più dura di essere Vittorio Feltri. E questo da prima che dicesse “i meridionali sono inferiori”.
