SARS-COV-2: BURGIO, FASE DUE? MANCA CONTROLLO CATENA CONTAGI
Se non si riforma strutturalmente il sistema sanitario privilegiando, potenziando, rafforzando la medicina del territorio, in termini di risorse umane, formazione ed equipaggiamento adeguato, dalla pandemia non ne usciremo. E’ questo il pensiero, ovviamente critico, sulle misure prese dal Governo per l’avvio della fase due, di Ernesto Burgio, medico pediatra, esperto di biologia molecolare e di epigenetica. In breve tempo,attacca,si è passati da una iniziale sottovalutazione della diffusione del virus che ha comportato la congestione degli ospedali ad un grande rigore nelle misure di contenimento generali.Tuttavia, per avere un vero controllo della catena dei contagi avremmo dovuto fare il monitoraggio dei casi e dei loro contatti mediante tamponi. Oggi, nell’approssimarsi della cosiddettafase due, sottolinea,questo controllo è ancora notevolmente inferiore alle reali necessità, in specie nei luoghi chiusi ed affollati – ospedali, rsa, famiglie, luoghi di lavoro – dove sono avvenuti la gran parte dei contagi e purtroppo dei decessi. Burgio, così, mette l’accento sulmancato potenziamento e rafforzamento, in termini di risorse umane, formazione ed equipaggiamento adeguato, della medicina del territorio, di quella filiera,precisa,che va dai medici di famiglia, alle Asl, alle strutture mirate al trattamento della Covid 19, fino ai corridoi esterni agli ospedali, presi d’assalto e congestionati. Questo della sottovalutazione, molti esperti pensavano ad una epidemia influenzale di stagione, è stato – prosegue – un errore di non di poco conto, come hanno dimostrato altri paesi nell’arginare immediatamente la pandemia. Le pandemie,osserva Burgio,si affrontano, ce lo insegna la storia della medicina, sul territorio e non negli ospedali: come del resto è avvenuto, almeno in parte, nel Veneto e per certi aspetti nel centro-sud. Resto perplesso sulla insufficiente attenzione del Governo, intendo investimenti e risorse, nella messa in sicurezza del sistema sanitario nazionale. Per di più, evidenzia Burgio,questa pandemia ci ha trovati impreparati nonostante i tanti allarmi pandemici lanciati negli ultimi anni dai maggiori esperti e ricercatori e dalla stessa Oms: Aviaria, Sars, Mers. Nei casi precedenti, per nostra fortuna, i virus non avevano fatto le mutazioni peggiori, quelle che li avrebbero resi contagiosi. Purtroppo Sars-Cov2 le ha fatte: ma questo lo sapevamo almeno dall’inizio dell’anno. Se non si riforma strutturalmente il sistema sanitario privilegiando, potenziando, la medicina del territorio, dunque, “non ne usciremo dalla pandemia:senza un rigido controllo il virus,evidenzia,continuerà a circolare, quasi indisturbato, perché il contagio va bloccato sul territorio, laddove si manifesta. E subito precisanon all’aria aperta, ma, nella stragrande maggioranza dei casi nei luoghi chiusi e affollati. E’ per questo che bisogna investire molto di più in tamponi per monitorare i contagi, in particolare tra soggetti asintomatici e paucisintomatici, e quanto prima in test sierologici, per verificare lo stato di immunità della popolazione. Il caldo e l’estate possono aiutare, rallentare la diffusione del virus?Potrebbe accadere, anche se mancano certezze:quel che bisogna fare e farlo subito– conclude Burgio –è mettere in sicurezza tutto il sistema sanitario. Ossia creare corridoi alternativi per tutti i casi sospetti, protezioni adeguati per medici e personale sanitario, ristrutturazione dei reparti ospedalieri e della medicina territoriale. Solo così vinceremo questa difficile partita.
