NON SALVINI NE’ IL GOVERNO GIALLOVERDE, MA L’ABDICAZIONE DELLA SINISTRA FA PAURA

NON SALVINI NE’ IL GOVERNO GIALLOVERDE, MA L’ABDICAZIONE DELLA SINISTRA FA PAURA

Non sonoMatteo Salvininè l’inedito, anomalo governo giallo-verde, ilSalvamaio,  già alle prese con dissidi di sostanza più che di forma, che ne minano la stabilità, quanto è l’abdicazione della sinistra alla funzione, al ruolo assegnatole dalla sua storia: progettare e costruire una società egualitaria, giusta, libera, funzionale ai bisogni materiali e immateriali delle persone umane, a far paura. Salvininon fa paura nonostante la gran canea mediatica: è l’espressione vivente di una destra rozza ben nota e conosciuta sin dalla fondazione dellaLega Nord– quella diRoma ladronao deiterronimeridionali mantenuti – oggi elevata, conporti chiusiai migranti, a pulizia etnica –prima gli italianiola pacchia è finita– in nome di una inesistenterazzabianca, superiore. Inesistente per l’evidenza scientifica, sancita dalla comunità scientifica mondiale, che il Dna di tutti gli esseri umani è identico al 99% e il colore della pelle o degli occhi, come le differenze culturali o linguistiche, sonovariazioniminime (1%), naturali e ambientali, che non scalfiscono lauguaglianza assolutatra tutti gli esseri umani:razzava riservata al mondo animale, per gli umani è attinente la parolaspecie. Io conosco solo la specie umanaebbe a dire, all’epoca del raid contro gli immigrati a Macerata da parte di Luca Traini arrestato perstrage aggravata da razzismo, l’attuale presidente della Camera,Roberto Fico, per il quale l’immigrazione va affrontata conl’intelligenza e il cuore: io i porti non li chiudereie, qualche giorno dopo, ha aggiuntol’immigrazione deve essere un qualcosa che venga accolto, però l’accoglienza deve essere sinonimo di integrazione. Perché se non c’è integrazione c’è miseria e c’è insicurezza sociale. Due impostazioni – quella diSalvinie diFico– agli antipodi, inconciliabili: delle due non sta scritto da nessuna parte che nel Paese sarebbe maggioritaria la prima, sia per la sua storia: laResistenzae laLiberazionedal nazifascismo, la vittoria dellaRepubblicanel ’46 e, a partire dallalegge truffadel ’53, la ribellione popolare vincente ogni qualvolta la Carta è stata oggetto di manipolazione: la vittoria ai referendun istituzionali del 2006 e 2016, che per la sua cultura: i valori iscritti nella Carta, dalla cooperazione, all’accoglienza e al rispetto assoluto degli altri. Quel che purtroppo manca è l’assenza diun pensiero fortedella sinistra che ha abdicato non solo a definire e costruire un progetto di società egualitaria, giusta, libera e funzionale ai bisogni materiali e immateriali delle persone umane, ma persino, nelle condizioni date, a far una autentica, dignitosa politica di opposizione alSalvimaiocon la prospettiva di dar vita a un governo diverso: ha dismesso persino i vecchi arnesi che fecero le grandi fortune dell’ex-Pci, molto meno dell’ex-Psi. Non è gridandoal lupo, al lupoe sbandierando a giorni alternil’antifascismo, in assenza di un fascismo reale, come a suo tempo si caratterizzò per l’abolizione della libertà d’opinione e di stampa, per il confino degli oppositori del Regime e per la loro soppressione inumana (da Giacomo Matteotti a Carlo e Nello Rosselli, da Piero Gobetti a Antonio Gramsci, e di tanti partigiani), per la deportazione nei campi di sterminio degli ebrei, peri crimini di guerramai puniti consumati nelle campagne d’Africa e di Jugoslavia, che si riprende e si riallaccia il rapporto con gli elettori, basato su fiducia, credibilità, affidabilità. SeSalvinidi per sè non fa paura, nè spaventa, purtuttavia va decisamente circoscritto nella suaonnipotenzasenza limiti – non è forse stato così anche per il recenteRenzusconi? – e questo è quel che dovrebbe fare in primis il M5S ma soprattutto una seria e determinataopposizioneparlamentare, cioè la sinistra nelle sue varie espressioni. La mancanza di una sinistra forte, risoluta e credibile è quella che determina il vero pericolo della destra […] Il vero pericolo per la democrazia italiana non è ‘il lupo della destra dietro la porta’, è ‘l’agnello della sinistra che si fa agnello’ perchè non sa misurare le sue forze, perchè non le sa unire, non sa proporre un suo progetto, in una società che ha bisogno di proposte credibili, suscettibili di sollecitare il consenso delle masse. Ora in questo stato di sfiducia che c’è nell’opinione popolare verso la sinistra […] una delle manifestazioni è l’assenteismo elettorale, in questo momento in cui sono in crisi i partiti e i sindacati, la nostra base sociale, […] crisi ci sono, derivate da incertezze di strategia […] di sintesi […] di proposte sintetiche, che indichino la via, […] altrimenti le forze di destra, che sono già in predominio, prevarranno per davvero. Questa analisi fatta, davanti alla reinsorgenza delle destre,Reaganin America, lasignoraThatcherin Inghilterra,BarreeGiscardin Francia e persino nel  governo socialdemocratico-liberale in Germania, dall’acomunistaRiccardo Lombardinel 1981 è applicabile, mutando i nomi,Trump, lasignoraMay,Macron, laGrosse koalitionin Germania, alla situazione attuale in cui le sinistre, particolarmente in Italia, hanno smarrito la loro ragione d’essere: l’analisi e la critica del capitalismo e i valori fondanti: libertà, uguaglianza, emancipazione, giustizia sociale e politica, preferendo, dal crollo del Muro di Berlino,passeggiare sulle aiuole del capitalismo magari per togliere erbacce e renderle più presentabili, ma senza porsi il problema di modificare sostanzialmente il sistema, divenuto, perLombardi,troppo costoso i lavoratori, per l’umanità intera e per tutti noi.