NÉ PENITENZIALI A OLTRANZA NÉ IRRESPONSABILI COME IN CALABRIA

NÉ PENITENZIALI A OLTRANZA NÉ IRRESPONSABILI COME IN CALABRIA

Mi pare che nei confronti della pandemia dentro la quale siamo costretti a vivere da parte di persone che, come me d’altronde, sostengono le mosse prese dal governo stia prevalendo un sostegno figlio del moralismo arcaico-sanzionatorio grillino, dell’etica conventuale d’un cattolicesimo che discende da grandi figure come Dossetti, La Pira, Moro, dall’austerità liberatrice di Berlinguer e del passato Pci. Una visione quasi penitenziale, da “fratello ricordati che devi morire”, che mette in guardia dalle aperture che vengono prospettate evidenziando morti e tragedie. Alla quale per motivi elettorali si contrappone l’atteggiamento della destra populista aperturista a prescindere , che non si pone problemi evitando una lettura critica dei dati epidemiologici. Per esempio credo che i buoni numeri di alcune regioni siano dovuti a motivi ben diversi da quelli, altrettanto buoni, calabresi. I primi dipendono dall’essere piccole comunità, dalla scarsa dinamicità della loro economia, da una sanità pubblica appropriata (in sanità l’appropriatezza è più importante dell’eccellenza). Mentre sono convinto che i buoni numeri della Calabria siano dovuti alla consapevolezza di gran parte della popolazione dell’inadeguatezza della loro sanità priva degli strumenti necessari ad affrontare un focolaio epidemico della pericolosità del Covid 19. Quindi, quando si devono prendere decisioni relative all’allentamento o meno delle restrizioni i numeri, anche se buoni, vanno letti associandoli alla qualità della sanità pubblica nel territorio, all’autoresponsabilità dei cittadini, chiedendosi se le varie associazioni che rappresentano le categorie siano preoccupate solo dei loro legittimi interessi o anche della sicurezza degli altri. Se tutti e quattro gli indicatori si allineano e vanno nella stessa direzione si può con cautela aprire il lucchetto pronti a intervenire per richiuderlo se necessario, altrimenti è da irresponsabili farlo. Alla luce di questo è insensato aprire in Calabria. In quella regione i quattro indicatori non sono per niente allineati e sarebbe irresponsabile se il governo glielo consentisse, perché dovere del governo è quello di rispettare la Costituzione sapendo che solo lei In Italia ha e può avere i “pieni poteri”. E la Costituzione dice che la salute è fondamentale diritto dell’individuo da perseguire nell’interesse della collettività, non mi pare che la Presidente della Calabria si sia posto né il problema della salute dell’individuo né quello della collettività.