LA DECISIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA DI KARLSRUHE

E’ Giorgia Meloni ad aver capito come prima politica la portata della decisione della Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe.Prima di entrare nella decisione di Karlsruhe vi devo informare che la sentenza ha secondo l’ordinamento tedesco il valore di una legge in vigore.Non è, come ho letto, la diatribia di un gruppo di giudici con altri a Lussemburgo. E’ già legge vigente. Torno alla Meloni. Lei ha capito benissimo che Karlsruhe NON ha “vietato” alla Bundesbank l’intervento dell’acquisto di titoli di stato in quanto tale, ma ha messo dei limiti precisi, pubblicando in tedesco e in inglese la lunga sentenza. Tra i tanti dettagliatissimi dettami, la Corte ha espressamente vietato un intervento tedesco oltre il “capital key”, ovvero la quota capitale dei singoli paesi nella BCE. Oltre il 5 agosto non si potrà più intervenire come attualmente con una percentuale molto più alta della quota del singolo paese. La Meloni è ben informata, quando twitta che “la BCE è nostra per il 14%”. Questa è la quota italiana (capital key). La quota tedesca è di 27%. Ora la BCE però interviene da tempo sui mercati con un rapporto del tutto invertito: 12,49% più della quota capitale di titoli italiani, favoriti idem la Francia con un leggero +4,84 %, Spagna con +2,87%, Belgio + 1,75% mentre si interviene a sfavore della Germania, meno 13,28%, della Finlandia, Irlanda, Olanda, del Portogallo e pure della Grecia (sic!!). Si pure i fratelli greci passano quota a favore dell’Italia, non sono tra i favoriti. Strano, non era stato distrutto la sanità greca dalla Troika? Evidemente mi ricordo male. Nonostante ha retto decisamente meglio, come pure le finanze distrutte dalla medesima Troika. Perché se si favorisce un paese, gli altri hanno meno sostegno della BCE Si capisce che i titoli italiani sono, dopo l’ultimo downgrading da Fitch a BBB-, un gradino sopra “junk-bonds”, spazzatura, quelli meno desiderati dai mercati, nonostante un tasso di interesse maggiore (“spread”). Questo lo sa anche la Meloni, che chiede: “la BCE, che è anche nostra per il 14%, deve immettere liquidità e acquistare illimitatamente Titoli Stato”. Titoli di Stato italiano, s’intende.Ora, questo potrà avvenire, secondo la sentenza di Karlsruhe, ma non oltre il pro-quota, quel 14%. Degli acquisti -il doppio della quota italiana nella Bce -la ragazza cresciuta della Garbatella non parla.Ma per Lei è giusto cosi.Se la crisi avesse colpito solo l’Italia, e non gli altri paesi, avrebbe ragione la Meloni. Invece è una pandemia.Ora dite giustamente che la Germania è -finora- stata colpita molto meno. Si. Giusto pure questo. Per quale ragione? Non è una questione “solo” dei letti in terapia intensiva, 5060 contro 28000 ad inizio crisi. Alla base c’è un sistema di presiedi territoriali, dei medici di famiglia, un sistema non-ospedale-centrico come in Italia. Poi l’economia. La Germania ha ridotto il debito nazionale dal 85% nel 2009 al 58% nel 2019, l’Italia l’accresciuto sempre, ma più ridotto dal 2001 (107%) invece sempre in crescita fino al 135%. Il debito italiano, ritorno volentieri sull’argomento come già fatto in servizi ler la n-tv.de, nasce nel lontano 1968, quando l’Italia dal 41% sale rapidamente al 124% per rimanerci fino al 1993, fino ad Amato, Prodi che lo riportano al ca 108% nel 2001, ma poi “nada mas” sotto il Berlusconi, rimane su quei livelli. Quegli anni 70/80 devono apparire ancora a molti come un tempo felice. Un Btp dava 20%, mentre ci si è dimenticati dell’inflazione al 25% e della bancarotta internazionale sempre in agguato, dal 1974 l’oro italiano era per lunghi anni in pegno alla Germania e altri paesi in cambio di valute forte, che la Lira in svalutzione permanente non poteva fornire. Le cause del debito italiano vengono da quei tempi: la spesa pensionistica oggi al 17% del Pil (doppio della media europea) risale dal 1973 con le baby-pensione (assegno INPS dopo 15 anni di lavori…) – costano ancora oggi ca 7,5 mld e Q100 – costo identico in aggiunta – è solo l’ultimo scempio delle casse pubbliche, per non parlare della gigantesca evasione fiscale permanente. Se oggi l’Italia deve affrontare CovDi19 in mutande, è dovuto unicamente ad una politica del facile consenso a spese delle future generazioni, in atto con l’eccezione dei governi Prodi – da 50 anni. Una costante della politica italiana. La Corte tedesca ora dice: svantaggiare la Germania, solo perché il paese ha “fatto i compiti di casa”, sarebbe una grave ingiustizia e ora mette un limite al finanziamento illimitato del debito dei paesi Euro. Poi, la sentenza, leggetela, va giu dura. Dice che il QE del programma PSPP ha tenuto in vita artificialmente aziende decotte, falsata la concorrenza, danneggiato assicurazioni e risparmio nazionale.Ora Karlsruhe obbliga (vedi sopra, valore legale) la Bundesbank a ritirarsi dal QE entro il 5 agosto se non si dovessero rispettare i limiti che la stessa BCE si è data.Poi, sullo sfondo, Karlsruhe mette dei paletti duri alla monetizzazione dei debiti in generale. Oltre il 33% del monte-debiti la BCE non potrà intervenire in nessuna forma- regola della stessa BCE.In più, a breve, i 2200 mld di titoli in pancia alla BCE devono esser venduti sul mercato, non potranno più esser rinnovati.Tutto questo è legge ora. La decisione della Corte di Giustizia Europea del 2018 che aveva avallato il QE non ha valore, dice Karlsruhe, umiliando i giudici ad Lussemburgo, non lontani da Karlsruhe, perché avrebbero “travalicati le loro competenze”: in giuridichese si dice sono andati “ultra vires”. LaCorte Europea non può decidere dei soldi dei cittadini tedeschi – oltre il pro-quota degli accordi in essere. ?E possibile, dice la Corte tedesca, ma qui ci vorrà una decisione del “sovrano tedesco”, del Bundestag, perché dei soldi loro si tratta, costatando in pratica una violazione degli accordi dell’Unione e del loro spirito. La sentenza riguarda ufficialmente il QE, un programma finito. Ma parla a nuora perché suocera intenda. Le regole di base fissate ora varranno ugualmente per il PEPP attuale. Mario Draghi l’aveva sempre detto, ai suoi connazionali. La politica espansiva della BCE potrà far guadagnare tempo, per fare le famose riforme – di cui parlerò volentieri. E’ triste, ma bisogna costatare che l’Italia non ha usato gli ultimi 21 anni per modificare il suo assetto di base fiscale e economico. Non si è dato un programma di un paese pae moderno, sta perdendo la sua gioventù migliore, il capitale (degli italiani) fugge in massa (-107mld marzo 2020).Ora, Karlsruhe ha detto, traduco: la Germania non intende finanziare il debito pubblico italiano oltre i limiti degli accordi.Certamentre la BCE avrebbe il potere di comperare sul 2. mercato anche senza la Bundesbank. Ma certamente altri paesi Euro si associerebbero alla Germania. E questo porterebbe lo spread italiano a valori spaziali. Fine del programma, se il maggiore azionista mette un veto. La Meloni l’ha capito subito. Ancora c’è un po’ di spazio temporale però. Fino al 33% del monte-debiti, sarebbe raggiunto tra un anno circa. Non nasceranno i “babbo-morto-bonds” a gratis, come chiedevano all’unisono destra proto-fascista e Laura “Quello dice Lei” Castelli.Così anche il ERC deve seguire questa linea. Karlsruhe chiede in verbis expressis: mettete mano al sistema paese, rivalorizzate i veri tesori, l’intelligenza emarginata dal governo dei dei mediocri, valorizzate la meritocrazia, tagliate drasticamente privileg, cancellate Q100, fate pagare le tasse a tutti. Perché un tedesco che che in media un patrimomio di 216.654 dollari dovrebbe sovvenziare un italiano che possiede in media 234.139 Dollari (World Wealth Book Credit Suisse 2019)? L’Italia è un paese ricco, ma con uno stato povero, depredato. Se non si vuole cominciare a fare una rivoluzione civile, rifondare il paese, renderlo più uguale, giusto, facendo pagare a evasori e ricchi in maniera equa, facendo una durissima lotta alla mafia che impedisce lo svliuppo economico in una vasta area del paese, resta solo il noto piano B: Il “Governo del Vittimismo Nazionale”, con dentro tutti, dando la colpa alla Germania, a Karlsruhe, all’Europa, al destino baro e cinico, e uscire dall’Euro, ristampare la Lira “Nuova” per tornare ai felici anni 70/80 e richiedere subito alla Germania moneta dura in cambio, di promesso di riforme in data alle calende greche.