ADDIO CARO CARLO

Carlo Carelli se ne è andato stroncato in tre anni dalla SLA, un morbo terribile ed inesorabile che lui ha fronteggiato fino all’ultimo. La malattia ha colpito la sua alta figura, il suo volto buono, quel suo eterno sorriso un po’ironico e sempre un poco stupìto. Ma nulla ha potuto contro la sua bella anima che fino all’ultimo è rimasta forte e integra.Carlo era un lavoratore, un militante comunista, un sindacalista, una persona serena, ferma e generosa. Ha dedicato tutta la sua vita al suo impegno e ai suoi amori, sua moglie Carla e suo figlio Claudio, cercando di conciliare ciò che spesso era in contrasto nei tempi e nei momenti, ma senza tirarsi indietro mai.Lavorava alla Unilever di Lodi e l’ultima volta che ci siamo sentiti era perché io avrei voluto che lui intervenisse in una delle mie dirette FB, per parlare del Covid che era esploso proprio nella sua provincia. Allora mi scrisse che non era in grado di farlo, ma mi fornì tutte le notizie che poteva sul suo territorio. Lo salutai, lo ringraziai e mi promisi di andarlo a trovare appena fosse stato possibile muoversi di nuovo. Non è successo.Ho conosciuto Carlo quasi venti anni fa. Lui faceva parte del movimento dei delegati autoconvocati, lavoratori che militavano nella CGIL, ma che non ne condividevano né la linea politica, né il modo sempre piu autoritario di gestirla. Da allora siamo stati compagni di tante battaglie sindacali, nella Rete 28 aprile, nelle mozioni alternative nei congressi e soprattutto in tanta azione quotidiana, controcorrente rispetto alle tendenze largamente prevalenti nel sindacalismo confederale. Era un compagno serissimo e meticoloso, in tante e tanti ancora ricordano le sue dettagliate e puntualissime comunicazioni sulle cose fatte, su quelle da fare, sugli appuntamenti e le iniziative. Carlo Carelli era una firma che seguiva ogni cronaca puntuale del nostro impegno, alle volte ingrato, altre invece con risultati che valevano tutti i sacrifici. Una volta partecipai ad una assemblea nella sua fabbrica, dove era rappresentante sindacale, anche nei coordinamenti internazionali della grande multinazionale, e potei misurare l’affetto e la stima che lo circondavano.Carlo non ha mai cambiato collocazione e non ha mai rinunciato a lottare, ha condotto una vita rigorosa e coerente, impegnato in Rifondazione Comunista, nei movimenti per la pace, contro il razzismo ed il neofascismo. Ha continuato a militare in CGIL nell’area di opposizione “Il sindacato è un’altra cosa” e non sempre negli ultimi anni ci siamo trovati d’accordo, ma siamo sempre stati dalla stessa parte.Carlo se ne è andato a soli cinquant’anni, ma con un vita piena molto più grande e vasta del suo tempo reale, come sa chi gli ha voluto bene, sua moglie suo figlio, le compagne ed i compagni. Addio Carlo, come mi ha detto tua moglie eri un grande; e sarai sempre nei nostri cuori.