LA NATURA CI RICORDA QUANTO L’ABBIAMO OFFESA

LA NATURA CI RICORDA QUANTO L’ABBIAMO OFFESA

Ho detto già che una delle funzioni di questo virus è quella di metterci alla prova. Un’altra ,importante, è quella di metterci nella condizione di ripensare tante cose. Il nostro rapporto coi soldi, per esempio, questo capitalismo delle banche , dei titoli di borsa, sciagurato. Questo nuovo ,obbligato, rapporto con noi stessi, con questi silenzi che non abbiamo mai avuto intorno, questi nuovi spazi disabitati che rendono le aree più belle e le restituiscono alle loro finalità sociali. Questa Natura che riappare in spazi lasciati liberi dall’uomo,timidamente, a ricordarci pure quanto l’abbiamo offesa. E da qui, poi, anche l’orologio, forse ormai fermo, della salute del pianeta che può camminare in modo giusto solo se rispetteremo il rapporto col clima e gli animali. Ma, appunto, potrebbe essere troppo tardi. Vorrei anche dire, parallelamente, che noi ci affanniamo a parlare di politica, di questa politica, che nel frattempo è diventata quella dei selfie, degli slogan gridati, della ricerca del consenso facile, del disprezzo dell’avversario che si colpisce spesso anche con la scorrettezza. Una politica preoccupata più da questo che di trovare, per esempio, leader all’altezza,idee all’altezza, programmi all’altezza. Però, e questo mi pare il punto più importante di tutti gli altri, sarà sempre troppo tardi il momento in cui capiremo che la politica siamo noi….Ci saranno sempre più o meno colpevoli, errori, e responsabilità da condannare. Ma le scelte sono e saranno sempre anche e maggiormente le nostre. Io oggi seguo, nel mio piccolo, chi parla di politiche ecologiche, di economia circolare, di cessazione di investimenti in carbonfossile per dirottare quei soldi in economia verde, un indotto di lavoro pieno di possibilità future. Facciamo anche qui un esempio, per quello che so io, ovverosia se si riprende il discorso TAV da dove si era fermato, e cioè dalla sua presunta urgenza, quando sappiamo che bastava rinforzare la rete già esistente, e quando sappiamo che nel nostro Sud manca completamente una rete ferroviaria in linea con quella del Nord, si persevera in un errore vitale, secondo me. Ad oggi si sono sprigionate coi lavori in Val di Susa una decina di milioni di particelle di CO2. Particelle che ,a conti fatti, potrebbero essere trasformate in particelle invece innocue e in una riconversione ecologicamente utile nel 2050(!!!!). Senza parlare del buco nelle Alpi che porta altro inquinamento, altri detriti, altra effrazione della Natura…Vuol dire perseverare nel non capire cosa dobbiamo fare, senza possibilità di interessi e pareri di parte, per il prossimo, possibile, futuro. La politica siamo noi, serve più partecipare, dire, indignarsi, nel caso appoggiare , che non seguire una delle caratteristiche più chiare del popolo italiano, l’ignavia, il “pensateci voi”, il demandare. Secondo me,che continuo ad amare nonostante tutto la politica, persino questa di adesso , c’è sempre stata la necessità della nostra partecipazione, ma se prima di oggi poteva essere una opinione, oggi è un fatto oggettivo necessario, non si può più demandare a qualcuno le nostre responsabilità. Scusate il disturbo ,ma si fa sempre in buona fede tanto per parlare eh