MUORE VS NAIPAUL, SCRITTORE SRADICATO NOBEL PER LA LETTERATURA NEL 2001
“Io sono il tipo di scrittore che la gente pensa che gli altri stiano leggendo.”Così, con autoironia, si definiva Vidiadhar Surajprasad Naipaul, noto come VS Naipaul, scrittore anglo-caraibico spentosi ieri all’età di 85 anni a Londra.Naipaul era nato a Trinidad e Tobago nel 1932 da una famiglia di origini indiane. Quando suo padre ottenne un posto come giornalista nella capitale, Naipaul iniziò a studiare al Queen’s Royal College. A Puerto España però non c’erano molti immigrati indiani, e la famiglia iniziò a isolarsi.Il ragazzino passava molto tempo in casa, dove ascoltava le letture di suo padre: Shakespeare, Dickens, Conrad… erano tutti scrittori che Naipaul faceva fatica a comprendere, mondi diversi da quelli studiati a scuola. Mano a mano che cresceva, iniziava a farsi largo in lui l’idea di scrivere. Aveva undici anni quando decise che sarebbe diventato uno scrittore: a diciott’anni, grazie a una borsa di studio offerta dal governo coloniale, abbandonò per sempre il suo paese per stabilirsi in Gran Bretagna. Per quattro anni studiò a Oxford, ma non riuscì a scrivere nulla. Nel 1953 morì suo padre; in seguito Naipaul ebbe una crisi di nervi e tentò il suicidio. Dopo il matrimonio con Patricia Hale, conosciuta a Oxford, nel 1955 iniziò a lavorare in radio.Finalmente nel 1957, sotto pressione di alcuni editori che avevano letto alcuni suoi scritti, pubblicò il suo primo libro, “Il massaggiatore mistico”. Da lì fu un percorso in ascesa.La mancanza di una casa, lo sradicamento patito per tutta la vita, permeano tutta la sua scrittura, paragonata per questo motivo a quella di Conrad. Il colonialismo e i suoi effetti devastanti sono stati uno dei temi centrali della sua opera, come si può notare nel famoso libro “La perdita dell’El Dorado” (1969).Nella vita privata Naipaul era amante delle donne e del sesso a pagamento. La prima moglie, Patricia, era al corrente dei ripetuti tradimenti e dei bordelli che lo scrittore frequentava dal 1958: ma ne era perdutamente innamorata, e Naipaul non voleva separarsi da colei che gli stava a fianco e lo consigliava mentre scriveva. Come si dice, dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna.Gli anni Novanta furono forieri di riconoscimenti: nel 1990 venne nominato knights bachelor dalla Regina Elisabetta II, nel 1993 fu il primo vincitore del David Cohen British Literature Prize e nel 1999 ricevette anche il Premio Grinzane Cavour. Ma fu nel 2001 che lo vide insignito del premio più ambito, il Nobel per la letteratura: la giuria definì il suo “L’enigma dell’arrivo” (1987) “un capolavoro”.Naipaul si esprimeva con toni molti duri riguardo un tema attuale, quello dell’Islam. In un saggio consegnato nel marzo del 2015 al Daily Mail, dichiarava: “Immaginate un mondo in cui un giovane uomo è rinchiuso in una gabbia, inondato di benzina e dato alle fiamme per essere bruciato vivo. Immaginate un bambino che a distanza ravvicinata spara a un uomo inginocchiato con le braccia legate dietro la schiena. Immaginate lo spettacolo di un centinaio di decapitazioni. Immaginate uomini gettati nel vuoto, accusati di essere gay. Sì, tutte queste scene potrebbero aver avuto luogo nel mondo medievale, ma si tratta di scene di ieri, di oggi e di domani nel nostro mondo”. Lo Stato islamico venne da lui definito “Quarto Reich”.Dopo la morte della prima moglie nel 1996, lo scrittore si risposò con Nadira Khannum Alvi, giornalista pakistana, che a seguito della morte del marito ha dichiarato: «Era un gigante in tutto ciò che ha fatto ed è morto circondato dalle persone che amava, dopo aver vissuto una vita piena di creatività e sforzi meravigliosi».
