L’AMORE PER L’ARTE NON HA CONDIZIONE SOCIALE
Normalmente i custodi delle sale dei musei non sono guide, sono custodi. C’è differenza. Uno di loro a Singapore ci prende in un momento in cui la sua sala è vuota. Ci vede, ci viene incontro e ci dice che può spiegarci lui il significato dei 5 quadri esposti in quella sala. Ma dovrà farlo in fretta, prima che arrivi la vera guida, l’unica preposta ufficialmente a spiegare l’arte. Si vede che ci tiene, avrà circa settant’anni ed è molto probabile che quella sala sia la sua da molti anni; quindi probabilmente potrà descrivere le opere meglio di chiunque altro. E così ha inizio il suo riscatto, i dieci minuti in cui da Custode diventa Guida, un piccolo composto show in cui quelle non eccelse opere raccolgono un po’ di luce. Ma proprio mentre sta per passare al secondo quadro, ecco che entra seguita da un piccolo codazzo di visitatori la guida ufficiale. Una donna più giovane di lui, col passo sicuro e la parlantina veloce. L’uomo si zittisce quasi di colpo, fa finta di niente e in 2″ è di nuovo Custode, a testa bassa. Del resto in un paese in cui ancora vige la pena capitale, è vietato introdurre chewing-gum ed esiste la fustigazione corporale, meglio non rischiare niente. A quel punto dei 5 quadri del novecento singaporiano non ci interessa più nulla, anzi non ci è mai interessato nulla; eravamo lì solo per il panorama e per il palazzo, anche se per pochi minuti ci era sembrato di vedere un’opera d’arte.
