L’AVIAZIONE ISRAELIANA CONTINUA A COLPIRE OBIETTIVI IRANIANI AD HEZBOLLAH NEL TERRITORIO SIRIANO

L’AVIAZIONE ISRAELIANA CONTINUA A COLPIRE OBIETTIVI IRANIANI AD HEZBOLLAH NEL TERRITORIO SIRIANO

Una sequenza di incursioni sviluppata nel corso di un lungo periodo. Sulle pagine di Haaretz, il giornalista Yossi Melman, grande esperto di questioni sicurezza, fornisce alcuni spunti interessanti, utili per spiegare il capitolo successivo. Le forze di Damasco – secondo i suoi dati – hanno lanciato dal 2013 contro gli intrusi non meno di 700 missili, con risultati modesti. Appena un caccia F16 distrutto nel 2018. Inoltre sempre nel settembre di quell’anno hanno abbattuto per errore un ricognitore russo. Incidente che ha spinto il Cremlino a fornire a Damasco i missili S 300 per potenziare l’ombrello di difesa. Ma i siriani, spiega Melman, non hanno mai utilizzato gli S 300 per contrastare le incursioni. Tre i motivi. 1) Le batterie sono sotto il controllo dei consiglieri russi. 2) Mosca non ne autorizza l’impiego. Perché svolge una sorta di doppio gioco: protegge la Siria ma è contenta se lo Stato ebraico colpisce l’Iran – o le milizie sciite – in quanto considera questa presenza un ostacolo alla stabilizzazione. 3) Hanno il timore che non siano in grado di parare la minaccia e dunque un flop finirebbe per danneggiare l’immagine della superpotenza. La lunga analisi di Haaretz si sposta poi su un canale parallelo. E rivela che il generale iraniano Qasem Soleimani – ucciso a gennaio dagli Usa – avrebbe fatto eliminare nel 2016 una figura-chiave dell’Hezbollah, Mustafa Badreddine. All’origine dell’omicidio contrasti profondi sul conflitto siriano, con Badreddine restio a sacrificare altri guerriglieri. Tesi originale. All’epoca i sospetti per la morte del dirigente caddero su Israele, con il quale aveva molti conti in sospeso. Chi dice la verità? Possiamo solo aggiungere una valutazione. Da settimane è un flusso insistente di notizie di fonte israeliana con due temi ripetuti. a) Le faide accertate all’interno del regime di Assad, accompagnate da frizioni con il Cremlino. b) La presunta insofferenza russa verso Teheran nello scacchiere siriano. La sintesi è che Israele – proprio come sta avvenendo per i raid aerei – ha un’intesa pragmatica con lo “zar” e le cose potrebbero migliorare una volta che i mullah saranno ridimensionati. Vedremo se si tratta di auspici o di qualcosa di concreto ma non dichiarato.(mio contributo per Corsera digital/Rassegna stampa)