ALL’EUROPA SERVONO 250 MILIONI DI CITTADINI PER SOPRAVVIVERE

ALL’EUROPA SERVONO 250 MILIONI DI CITTADINI PER SOPRAVVIVERE

Il problema dell’Europa si chiama “denatalizzazione”.…Una parola brutta, difficile da pronunciare ma che esprime bene la radice dei mali del vecchio continente. Che esprime in un semplice concetto che la vera materia prima di cui ha necessità l’Europa, per sostenersi, e’ quello che si riassume nella necessità di “forza lavoro”.Angela Merkel che parla di voler aprire le porte della Germania a 800 mila rifugiati, infatti, non esprime un concetto dirompente. Non è improvvisamente mossa da pietismo.Non lo fa per conquistare le simpatie del Papa. Non cerca consenso nel popolo socialdemocratico tedesco. Semplicemente applica qualche operazione matematica.Come ha fatto, ad esempio, Leonid Bershidsky, che su Bloomberg , calcola che l’Europa avrà bisogno di 42 milioni di nuovi europei entro il 2020 e di oltre 250 milioni di europei in più nel 2060.O come e’ stato anche espresso da più commentatori nel convegno della “Rosa bianca” questo fine agosto, a Terzolas.La bassa natalità si esprime così come il problema per sopravvivenza del continente.E la cifra che corrisponde ai 42 milioni di europei in più, emerge dalla necessità di avere subito, il più possibile in equilibrio il “generoso sistema pensionistico”.Una cosa a cui – nonostante quello che hanno affermato in questi giorni leader politici, come l’ungherese Viktor Orbàn – gli europei tengono più di ogni qualsiasi cosa.Anche più di quelle fantomatiche “radici cristiane” di cui la destra xenofoba tenterebbe di farsi portabandiera.Da un rapporto della Ue poi arrivano altre conferme: in Europa ci sono quattro persone in età lavorativa (15-64 anni) per ogni pensionato. Nel 2050, ce ne saranno solo due.Un dato maggiormente evidente anche in Germania, infatti su quasi 24 milioni di pensionati si contano poco più di 41 milioni di adulti.In Spagna: 15 milioni di over 65 a carico di soli 24,4 milioni di lavoratori.In Italia: 20 milioni ad aspettare ogni mese, nel 2050, l’assegno dell’Inps, finanziato dai contributi di meno di 38 milioni di persone in età per lavorare.Così le soluzioni non necessitano di molti convegni o di grandi luminari dell’economia.Le soluzioni non sono molte: tagliare drasticamente le pensioni, aumentare energicamente i contributi in busta paga a chi lavora oppure si trova il modo di aumentare il numero di persone che paga.Ma per fare ciò occorre tornare, al punto, alla parola iniziale: denatalizzazione.E fare delle politiche di vera integrazione, o meglio come disse appunto Don CIOTTI a Terzolas, “interazione”.