MESSICO: DOPO IL DEVESTANTE TERREMOTO 8.2 SI ASPETTANO ALTRE SCOSSE

MESSICO: DOPO IL DEVESTANTE TERREMOTO 8.2 SI ASPETTANO ALTRE SCOSSE

Sono più di 800 i chilometri che separano il Chiapas, la zona colpita nella notte da un terremoto di eccezionale intensità, da Città del Messico. Eppure l’Angelo dell’Indipendenza sulla colonna, simbolo della città, ha iniziato ad oscillare come un fuscello al vento. Le comunicazioni con il paese non sono facili. Alcuni amici dalla Capitale Azteca dicono di non aver neanche avvertito la scossa altri mostrano video dove si vedono palazzi oscillare. Un giornalista Hernán Bravo Varela in viaggio ci dice subito: “E’ stato orribile non finiva mai. E’ durato in tutto quasi quattro interminabili minuti. Stare fermi e aspettare se resterai vivo o no. Quattro minuti di terrore e impotenza.” Gli esperti dicono che il terremoto per quanto devastatore vista la sua magnitudo di 8,2 gradi, grazie alla distanza dalla costa del Messico e alla sua profondità non ha avuto la forza distruttrice di quello del 1985. Quando provocò diecimila morti e trasformo la città in una ciambella il cui buco in mezzo era la parte vecchia della città. Così la ricordavano i messicani. Le scuole oggi resteranno chiuse per valutare eventuali danni alle strutture. A Oxaca si scava fra le rovine dell’ hotel Anel nel municipio Matías Romero ma sembra che non ci siano morti ma solo feriti. Uno degli elementi che ha aumentato la paura sono stati i bagliori che hanno riempito il cielo effetto provocato, sembra, dalle cariche elettriche causate dal movimento tellurico. L’aurora boreale del terremoto. Lucia Cupertino poetessa italiana che partecipa a un festival della poesia in Messico è lapidaria:”Sto bene. Vissuto un forte terremoto oscillatorio in Messico un’ora fa. Si resiste. Ci attende una lunga notte insonne.” Lascia scritto sulla sua pagina fb poi solo un silenzio teso. Adesso la luce verde segnala che è di nuovo in linea:”Che nottata ho dormito con le scarpe da tennis ai piedi. Siamo scappati fuori e siamo rimasti lì a vedere come le case oscillavano. Intanto sono passati dei motociclisti. Un signore ci ha detto di rientrare per evitare d’essere assaltati e derubati. Come se non bastasse il terremoto. Torno a letto.” La città non si ferma mai. Quasi 50 milioni di messicani hanno sentito il sisma. Si aspettano repliche che potrebbero raggiungere una magnitudo di 7,4 gradi e per questo il presidente Peña Nieto a chiesto alla cittadinanza di rimanere in allerta. Si tratta del terremoto più forte che ha colpito il paese negli ultimi 100 anni. Nella zona vicina all’epicentro è stato dichiarato lo stato d’emergenza. Fino ad ora sono 32 le vittime del terremoto riportate ma il numero è destinato a crescere. Si contano 23 morti nella zona di Oxaca, 7 in Chiapas e 2 nello stato di Tabasco. A parte i servizi elettrici che lentamente si stanno riattivando il resto delle strutture come acquedotti e ponti non sono stati danneggiati. Un paese teso e spaventato aspetta di sapere se la terra tornerà a tremare.