I NAZIONALISMI MALATI NEL CUORE DELL’EUROPA

I NAZIONALISMI MALATI NEL CUORE DELL’EUROPA

Prima dell’oscurantismo xenofobo del ‘gruppo di Visegrad’,le origini storiche nel passaggio dagli imperi sovranazionali. Prima dell’oscurantismo xenofobo dell’attuale ‘gruppo di Visegrad’, alle origini storiche di quella arretratezza culturale prima del regime comunista di sponda sovietica. Il passaggio dagli imperi sovranazionali, Asburgo o Zar in quelle aree, alle identità nazionali spesso prevaricate dai confini tra i nuovo Stati. Xenofobia come esclusione dell’altro visto come nemico/concorrente in casa, e il più o meno esplicito antisemitismo che ancora oggi inquina molta della politica conservatrice nei Paesi di quell’area d’Europa in particolare. Il caso Polonia tra tutti. Dopo il 1918 furono cancellati dalla carta geografica l’impero russo, l’impero austroungarico, quello tedesco e l’impero ottomano. I nuovi stati sorti dalla loro dissoluzione non ebbero vita facile né da un punto di vista economico, né politico, ma soprattutto – in balia a sentimenti nazionalisti più o meno comprensibili, ma non sempre giustificabili – ridisegnarono le frontiere precedenti. In questo modo inclusero o esclusero insomma parti di popoli o regioni che prima erano appartenuti ad altre realtà, senza per questo ottenere sicurezza e nemmeno democrazia al loro interno. I maggiori cambiamenti si ebbero nella parte orientale d’Europa, dove d’altra parte si svilupparono nazionalismi acuti e situazioni più complesse.