FEMMINICIDI. LISA, MARIANNA, NOEMI: UNA LUNGA SCIA DI SANGUE
Eppure era già scritto. Evidenziato e sottolineato. Ma niente da fare, “non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”. Noemi è solo l’ultima delle tante, troppe, donne che sono state vittime potenzialmente salvabili. La storia sembra sempre la stessa: la denuncia, a volte più di una, e poi la morte crudele. Si calcola che nel 2017 ci sia una vittima ogni 2 giorni; nel 2016 sono state in totale 120. E l’età, quella no, non può essere dato di statistica perché varia come il giorno e la notte. Ma, c’è un grosso ma, la cosa preoccupante è che la tragedia non guarda in faccia nessuno: anche i minorenni seguono il cattivo esempio degli adulti. E neanche una statistica geografica è possibile: il nord, il centro, il sud non fanno sconti e stanno, ahimè, tutti sullo stesso piano. Troppe denunce non vengono prese sul serio. Parola dell’avvocato Giulia Bongiorno che alle porte dell’estate ha dichiarato, senza mezzi termini, che donne vengono uccise perché sono tradite dallo Stato: vengono prese in giro perché lasciate sole a combattere. «Non è che la legge anti stalker abbia fallito, ma il problema è la sua applicazione, è capire perché tante denunce vengono archiviate, come mai non vengono applicate misure cautelari proporzionali alla pericolosità del soggetto segnalato. Nessuno vuole tutti gli stalker in cella, ma bisogna rendersi conto che nel nostro Paese vengono usati pesi e misure diversi a seconda del tipo di violenza – si legge nel sito della associazione anti violenza che l’avvocato ha fondato con Michelle Hunziker, Doppia Difesa – C’è una tendenza a minimizzare, è una questione di mentalità. La violenza sulle donne è un problema nazionale, anche se a macchia di leopardo: ci sono regioni in cui esistono pool specializzati, altre dove le forze dell’ordine dicono alle vittime: “Ma vai a casa, fai pace, in fondo è solo innamorato”. Non vengono prese sul serio». Ecco che la richiesta ora è: dare una via preferenziale a certi tipi di denunce, e non archiviarle. Proviamo a rinfrescare la memoria facendo solamente tre dei tanti nomi: Lisa, Marianna e Noemi. Lisa Puzzoli, 22 anni uccisa in provincia di Udine. Marianna Manduca, 32 anni uccisa in provincia di Catania. Noemi Durini, 16 anni uccisa in provincia di Lecce. Per Lisa, uccisa sull’uscio di casa sua dall’ex compagno di Forlì nonché padre della loro bambina, la vita termina nel 2012. Lei, quella sera, non voleva farlo entrare, ma a detta di lui era lì per accordarsi sull’affidamento della figlia. Era il 7 dicembre. Nove coltellate risultano fatali. Si poteva evitare? Sì! Il perché è presto detto: nel corso delle indagini sono state accertate numerose denunce di Lisa nei confronti di Vincenzo per stalking, minacce e lesioni personali. Per Marianna, la storia termina il 3 ottobre 2007. Dopo 12 denunce nei confronti del suo carnefice, il suo ex marito Saverio Nolfo. Aveva denunciato violenze e minacce e, per meglio essere protetta, aveva dato il via ad una dura battaglia legale. Motivo? I tre figli erano stati affidati all’ex marito, marito violento e tossicodipendente. E lui, impediva a lei di vederli. Un giorno Saverio guardò negli occhi Marianna e, indicando un coltello in mano, disse: «Con questo ti ucciderò». Detto, fatto. Noemi, dice addio il 3 settembre 2017. Prima scomparendo e poi con la certezza della morte. Una situazione ambigua: lui 17 anni, in cura al Sert causa droghe leggere e senza patente ma regolarmente autista della Fiat 500 della madre, è inoltre accusato di aver complici i genitori. Un fiume in piena Imma, la mamma di Noemi che due volte aveva chiesto aiuto. Lei aveva segnalato alla magistratura minorile il ragazzo a causa del suo comportamento violento: chiedeva ai magistrati di intervenire per dire stop ai comportamenti violenti del ragazzo e far vivere meglio la figlia senza di lui. La conseguenza: un procedimento penale per violenza privata e un procedimento civile per verificare il contesto familiare del giovane. Inutile dire che il secondo procedimento aveva dato il là per contrasti tra le due famiglie. Dal canto suo, la mamma di lui ha definito la ragazza diabolica perchè l’avrebbe vista con in mano una pistola per uccide tutta la famiglia del fidanzato. Noemi, era sì ribelle, ma aveva comunque una famiglia alle spalle che aveva capito. E agito. Ma, niente da fare, …neanche questa volta.
