VENEZUELA PREMIO SACHAROV E COME SI PESA LA MORTE?

All’ignoranza e alla miseria è il premio Sacharov che il parlamento europeo ha assegnato all’opposizione venezuelana. All’ignoranza che si dimostra ogni giorno nelle affermazioni che si fanno su questa terra impastata di petrolio, militari e imperi d’oriente e d’occidente, dai difensori del governo e dai suoi detrattori. Ignoranti, mediocri e di parte, entrambi disposti a difendere le proprie idee sui cadaveri di un popolo che esiste solo se sventola una bandiera. Da maggio, io “venezuelano di seconda scelta” scrivevo, e ancora testardamente mi ostino a scrivere, che si stava mandando all’inutile massacro la gioventù venezuelana e che tutti stavamo perdendo pezzi d’umanità. I rivoluzionari d’occidente ricco, non come questo nostro povero e sfruttato dell’estrema periferia, dai loro comodi divani, senza scomporsi più di tanto, lanciavano anatemi contro la destra fascista che era pronta al colpo di stato e all’assassinato del presidente Maduro . Ma i ragazzini di 17 anni nati e cresciuti nel chavismo-madurismo chiedevano e chiedono, dal silenzio oramai, di poter vivere in un’altra forma attraverso un processo democratico come il voto che aveva assegnato il parlamento all’opposizione venezuelana e tradito dal governo. In verità i manifestanti non sapevano e non sanno cosa vuol dire fascismo, così come i loro opponenti non sanno cosa vuol dire socialismo. Ma no, ecco i prodi difensori della parola rivoluzione, mi domando se sanno che tra gli storici si parla della rivoluzione fascista di Mussolini, molti in buona fede e tanti invece al soldo della “rivoluzione” hanno vestito di terroristi i manifestanti e ne hanno festeggiato l’uccisione, l’incarceramento la tortura e i processi sommari di tribunali militari, ma tutto giustificato dalla difesa del sogno bolivariano. Gli stessi che oggi salutano la sentenza del tribunale europeo sui fatti di Bolzaneto come un atto di giustizia. Giovani morti da entrambe le parti, anche se il rapporto dell’Onu sulle proteste parla che di 124 morti 47 sono da attribuire alle forze di sicurezza e 27 ai collettivi armati che fiancheggiano il governo, sembrano stati dimenticati, sacrificati dal governo e dall’opposizione e adesso umiliati dal premio Sacharov all’opposizione che, come il governo, ha ballato sui loro cadaveri dalle parole tipiche del fascismo: Libertà, Resistenza, Riprendiamoci il futuro. E non ricordano gli slogan lanciati ad esempio dagli spalti di certi stadi italiani. Nella rete sono molti i giovani che gridano allo scandalo di fronte a questo premio dato a chi è andato a genuflettersi davanti all’Assemblea Costituente e al presidente Maduro, tradendo ancora una volta il legato dei loro elettori. Alla miseria intellettuale che tutti, nessuno escluso, neanche chi scrive queste righe, abbiamo alimentato per difendere delle idee così importanti ma così importanti da valere di più di una vita umana e giustificare torture e assassini. Alla perdita d’umanità che come sempre giustifichiamo. Ci sono ancora 200 giovani detenuti per questioni politiche nelle carceri del Venezuela. Per rispetto alla loro voglia di libertà uccisa, violentata, torturata e manipolata dalla politica più sporca del petrolio e per dimostrare che ancora esiste l’onesta intellettuale: riprendetevi il premio. Chi vale di più davanti ai vostri occhii 43 messicani,il giovane venezuelanoo Cucchi il tossico italianoo i ragazzini neri degli USAo…chi piange chie cosa piangeuna vita spezzataun diritto calpestatoo gli interessi propriche diventano diritti umaniquale governo è buono o cattivodavanti all’omicidio?e chi ha le mani non insanguinatementre difende democrazieo decide dittaturequali diritti umaniinsegnatevoi che del dirittoavete fatto un abusocon quali carri armatidifenderemo il diritto alla vita?Non ho rispostema non saró complicedel vostro ballosui cadaveri del mondo (Poesia che fa parte del libro “Appunti dal Venezuela, 2017 vivere nelle proteste” Edizioni Arcoiris)