ELENA FERRANTE, LA SCRITTRICE SENZA VOLTO ALLA CORTE DEL GUARDIAN

La scrittrice misteriosa Elena Ferrante, autrice di libri di successo quali il ciclo di“L’amica geniale”e il libro“l’amore molesto”, si cimenterà con il giornalismo curando una rubrica settimanale sul magazineGuardian’s Weekenddel quotidiano britannicoThe Guardian. I temi che verranno trattati affronteranno vari argomenti e per la scrittrice sarà un banco di prova interessante che a suo dire sarà“un’audace esercizio di scrittura”. La traduzione delle rubriche è affidata ad Ann Goldstein che collabora con la scrittrice anche per le traduzioni dei libri. Seppur considerata tra le cento donne più influenti al mondo secondo la classifica stilata dal Time nel 2016, non è stata ancora dissipata la cortina di mistero che avvolge la figura della scrittrice, che ad oggi non ha ancora mostrato il suo volto al pubblico. Autrice di successo la Ferrante, è riuscita ad appassionare i lettori anche oltre oceano entrando nelle preferenze letterarie dell’ex first lady Michelle Obama e di Hillary Clinton. Nel corso degli anni si sono susseguite delle vere e proprie inchieste giornalistiche per cercare di dare un volto, un nome e un cognome all’autrice ipotizzando anche di recente che si tratti della napoletana Anita Raja, la moglie dello scrittore Domenico Starnone autore di Via Gemito. L’indagine per svelare il mistero dell’identità della scrittrice si è svolta al pari di una inchiesta giudiziaria. Come spesso accade in questi casi, si era indagato sul percorso dei soldi. L’inchiesta ha subìto una smentita a settembre 2017 a seguito di una ricerca basata su canoni di carattere scientifico. E’ accaduto infatti che un gruppo di professori universitari ha analizzato e comparato 150 romanzi e 40 autori attraverso una valutazione degli elementi lessicali e degli stili usati, con il risultato finale che esclude possa trattarsi di Anita Raja. Una delle ipotesi più plausibile è che tutta l’opera letteraria della Ferrante sia in realtà il frutto di una collaborazione a più mani. La scrittrice del canto suo ha sempre dichiarato di preferire l’anonimato per sfuggire all’ansia da prestazione che ne deriverebbe se il suo volto fosse noto. In questo modo ha la possibilità di trincerarsi dietro la sua privacy ed evitare invadenze da parte di altri seppur la costringa a sfuggire e nascondersi dal suo affezionato pubblico, lei ama definire il suo ruolo come“una posizione d’assenza”, la sua volontà di non esserci. I suoi lettori la osannano ma il pubblico si divide tra coloro che rispettano la scelta dell’anonimato e chi invece ritiene che trattandosi di un personaggio pubblico, non può esimersi dal mostrarsi a volto scoperto al mondo letterario. Tale incertezza non ha sembrato turbare la redazione del Guardian, che asseconda la voglia di mettersi alla prova della scrittrice e di cimentarsi in qualcosa di insolito. Il tema d’esordio della rubrica è il primo amore:“I loved that boy to the point where I felt close to fainting”. L’argomento definito dalla Ferrante:“l’amore delle prime volte a cui guardiamo sempre con eccessiva indulgenza e anche se sono state superate da tutte quelle seguite, ancora gli attribuiamo il potere dell’irripetibile”. Il racconto che ne segue è l’esperienza personale della scrittrice:“molto alto, molto magro e a me sembrava bellissimo. Lui aveva 17 anni, io 15. Di certo ho amato quel ragazzo al punto che, vedendolo, perdevo ogni percezione del mondo, e mi sentivo vicina a svenire, non per debolezza ma per eccesso di energia. Ma lui, mi trovò superflua e fuggì perché aveva altre cose da fare”. In questi giorni la Ferrante è impegnata anche con l’adattamento televisivo per l’emittente americana HBO del libro “L’amica geniale”.