DOPO UN SEQUESTRO UNO NON VEDE L’ORA DI TORNARE IN REDAZIONE

DOPO UN SEQUESTRO UNO NON VEDE L’ORA DI TORNARE IN REDAZIONE

Andreaha avuto finalmente un contratto dafilmaker, aPresa Diretta,e lavora come un pazzo.Susanha  scritto unlibroe se n’e andata a vivere  aGerusalemme.Eliosi è ritirato in alta montagna e s’industria a fabbricare saponi naturali.Iosto alTG1e ancora non ho capito se si tratta di una promozione oppure di una punizione. quattro annidopo, eccoci qui. E niente o quasi è come prima. Non so se l’esperienza di un sequestro di persona durato 11 giorni, in un Paese in guerra e ad opera di un gruppo affiliato adAl Qaeda,  sia assimilabile – per un giornalista – all’esperienzaconradianadi un giovane che si accinge ad attraversare la sua, personalelinea d’ombra. Certo è che impari, ritrovandoti per la prima volta dall’altra parte della barricata, quanto possa essere inutile e effimero il circo dei mass media. Che finge di interessarti a te ma in realtà cerca l’audience– oppure iclick– e non vede l’ora di poter tornare in redazione, a scrivere o a montare ilpezzo. E’ capitato anche a me e purtroppo so come funziona. Ma quando stai dall’altra parte vedi improvvisamente le cose da una prospettiva diversa. E se hai ancora una briciola di umanità, provi un po’ di sana, catartica vergogna. Andreami diceva che adesso, mangiando una mela, se la gusta molto di più. Perché da sequestrati non abbiamo mai consumato lauti banchetti.Susanmi diceva  che finora aveva parlato del nostro sequestro come di una esperienzaesterna, oggettiva, e solo scrivendo il suo libro era riuscita ad interiorizzarla e ad elaborarla.Elio, l’amico di tante avventure, mi ha detto solo: “Siamo stati fortunati. Non c’è altro da aggiungere”. Tutto questo nonpasseràmai attraverso un’intervista, non arriverà mai al cuore di un lettore e, soprattutto, di un telespettatore. O almeno non con la stessa intensità di adesso. Il che vuol dire che avevano ragione gli stregoni africani con cui ho convissuto per anni, quando dicevano: “Guarda chequesta scatola magica– vale a dire laTv–ti ruba l’anima“. Ancora due cose, che però non mi paiono affatto marginali: 1) Nell’anniversario del nostro sequestro – e in occasione dell’uscita del libro diSusan– pochi ricordano che il progetto per cui all’epoca siamo andati inSiriasi intitolava, non a caso “Silenzio, si muore”.ANNI DOPO non è cambiato niente, anzi, i morti sono AUMENTATIe i media internazionali hanno praticamente smesso di coprire questa carneficina: 2) Prigioniero inSiria,  c’è un uomo di pace e di dialogo, PadrePaolo Dall’Oglio, a cui la rivoluzione siriana deve tanto e che deve assolutamente, al più presto, tornare fra noi. Ho detto tutto quello che oggi mi passa per la testa. E sono contento di poterlo dire.