VERSO IL GOVERNO GIALLO-VERDE. SI ASPETTA SOLO IL VIA LIBERA DI BERLUSCONI

Forse avremo sul serio un governo giallo-verde, cioè sostenuto da una maggioranza formata dagli eletti del Movimento 5 stelle e della Lega, con Forza Italia che si astiene, Fratelli d’Italia e Pd all’opposizione. •Come! Non doveva esserci il governo neutrale di Mattarella? Con l’incarico già oggi?Salvini e Di Maio hanno chiesto al presidente della repubblica altre 24 ore di tempo. In Forza Italia – dicono – stanno discutendo. Sono divisi. Berlusconi ci sta pensando. Cioè, sottinteso: sta cedendo. •Come si spiega?È stato Mattarella a mettere tutti con le spalle al muro. E a mettere con le spalle al muro soprattutto Berlusconi. Ah, non vuoi sciogliere la Lega dal patto che la tiene avvinta al centro-destra e consentirle di fare il governo col M5s? Allora io mando davanti al parlamento un governo neutrale e dopo che il parlamento lo avrà bocciato sciolgo le camere e chiamo il paese alle urne il 22 luglio. Per Berlusconi si tratta della soluzione peggiore. Tutti i sondaggi confermano che gli italiani, richiamati al voto adesso, farebbero scendere Forza Italia dall’attuale 14 a qualcosa come l’8%, invece che 105 deputati 60, e tutti eletti nell’uninominale soprattutto grazie alla benevolenza di Salvini. Senza contare che nel frattempo parecchi forzisti sarebbero passati armi e bagagli sotto le bandiere del Carroccio, unico mezzo per ritornare in parlamento. Ieri è stato un assedio per convincere il Cav a cedere, cioè a prendere tempo. E l’unico modo di prendere tempo è far nascere il governo giallo-verde. In teoria sono ancora tutte elucubrazioni perché Berlusconi non ha parlato, e conoscendo il tipo finché non parla non si può star sicuri di niente. Ma ci sono, oltre all’iniziativa di Di Maio e Salvini chiaramente dovuta a qualcosa che gli è stato detto dal quartiere degli azzurri, un paio di dichiarazioni significative di esponenti importanti del berlusconismo. Paolo Romani, che fu capogruppo dei senatori nella scorsa legislatura: «Forse vale la pena che si sperimenti un governo giallo-verde, vediamo cosa può offrire…». Renato Brunetta, che nella scorsa legislatura guidò i deputati: «Se vogliono fare il governo, lo facciano. L’alleanza con la Lega resta perché per noi è un grande valore, ma nessuno ci può chiedere di più. Del resto anche nel 2011 e nel 2013 la Lega non votò per i governi Monti e Letta, sostenuti invece da Forza Italia. Ma l’alleanza rimase». A queste dichiarazioni si aggiunge quella del governatore della Liguria, Giovanni Toti, da sempre il berlusconiano più vicino ai leghisti: «ll tema vero è che la Lega e il M5s hanno i voti per insediare un governo e fare un accordo politico, a cui Forza Italia non parteciperà con un appoggio esterno. Il che non vuol dire che non si possa guardare con una benevolenza critica a questa esperienza». Poi, ospite diCarta Biancasu Raitre: «Un nostro alleato sta trovando una convergenza con il M5s. Penso che Forza Italia non si debba mettere di traverso e neppure applaudire a scena aperta, ma decidere di volta in volta. Diamo un credito limitato, non siamo pregiudizialmente ostili, partite e poi vediamo». Bernini e Gelmini, le capogruppo attuali, hanno rilasciato dichiarazioni meno compromettenti, ma che non escludono la possibilità di un governo M5s-Lega senza che l’alleanza di centro-destra si rompa. •E Berlusconi non porrebbe condizioni?Sembra che ne porrà tre. La prima è per Di Maio forse la più dura da ingoiare: ci vuole da parte del Movimento 5 stelle una specie di riconoscimento, forse basterebbe un incontro (i grillini si sono sempre rifiutati anche di sedersi al tavolo col Cavaliere). La seconda: il presidente del consiglio non dev’essere sgradito a Berlusconi, condizione che esclude l’ingresso a Palazzo Chigi per Di Maio e probabilmente per qualunque altro grillino. Terza condizione: anche certi ministri, per esempio quello che avrà la delega alla comunicazione, non devono essere sgraditi, c’è di mezzo la questione del conflitto d’interessi e gli interessi di Mediaset. Ottenute queste tre assicurazioni, Forza Italia sarebbe disposta a concedere un’astensione critica… •«Astensione critica»?Sono quelle formule che inventano i politici, maestri nella confezione di ossimori. Ricorderà il vertice raggiunto dal vecchio Pci, il quale permise, esattamente quarant’anni fa, la nascita del governo Andreotti garantendo «la non sfiducia». Bossi a Radio Radicale ha commentato: «Berlusconi è un uomo intelligente. Lascerà votare sì a questo governo. Non ha dovuto cedere, ha voluto cedere. Berlusconi non ha l’interesse a dire solo no. È vero, è stato trattato malissimo, però può recuperare, dando al governo la possibilità di partire. Ha tanti parlamentari e di volta in volta avrà l’occasione di dire la sua su tutti i provvedimenti portati in aula. Come accadrà anche quando arriverà la legge sulle competenze dell’autonomia della Lombardia. In quel caso Berlusconi non potrà certo votare no. Dovrà votare sì». •Chi farà il presidente del consiglio?Il capogruppo leghista, Centinaio, ha detto: «Per noi sarebbe meglio un politico, ma decide Salvini» Per la Lega comunque la prima scelta sarebbe Giorgetti? «Decide Salvini. In ogni caso l’importante è che ci sia un accordo politico tra Salvini e Berlusconi e che entrambi decidano che posizione devono tenere i gruppi».