‘INGIUSTAMENTE ESCLUSA DAL CONCORSO’: PROF RISARCITA DOPO 28 ANNI CON ASSEGNO DI 260ML EURO

Credeva nel suo lavoro la giovane prof Maria Giuseppina Eboli.Le sue aspettative erano elevate e gli studi fatti con sacrifici e serietà andavano tutti in quella direzione:la ricerca universitaria. Era quella la vita che si era scelta, il suo sogno, il suo futuro.Così,nel 1990, quando viene bandito un concorso per professore associato del raggruppamento disciplinare ‘economico estimativo’, la prof non ci pensa due volte edecide di tentare la fortuna. Un anno dopo, nel 1991, la Commissione annuncia i nominativi dei 35 vincitori. Ma quello di Maria Giuseppina Eboli non compare nella graduatoria.Alla delusione si aggiunge la rabbia nel constatare una irregolarità commessa dalla commissione esaminatrice.Non le resta che ricorrere al tribunale amministrativo del Lazio.Comincia così l’odissea giudiziaria della prof romana durata ben 28 anni.Il Tar,nell’ accogliere il ricorsoannulla l’ atto di nomina dei 35 vincitori motivandolo col fatto che la Commissione era illegittima poiché un docente vi aveva già fatto parte in un precedente concorso di settore nel 1986, comportamento, questo, vietato dalla legge per evitare favoritismi.Il Miur però non ci sta e a sua volta propone non uno ma tre ricorsi in appelloche vengono tutti respinti dal Consiglio di Stato.Per l’aspirante ricercatrice è vittoria piena.Giustizia è fatta, pensa. Finalmente potrà riappropriarsi dei suoi sogni e del suo futuro. Fa però i conti senza l’oste, come si è soliti dire. Il Miur fa orecchie da mercante e non dà seguito alle sentenze che lo vedono sconfitto su tutta la linea. Passano gli anni, la ricerca viene accantonata. La quotidianità per Maria Giuseppina si fa stringente, le bollette vanno pagate, i bisogni vanno soddisfatti a costo di mettere i sogni nel cassetto. Ma non il senso di giustizia che continua a farsi sentire più forte che mai.Così nel 2008 la prof ricorre nuovamente al Tar per sollecitare il Ministero di Viale Trastevere, sordo e muto ad ogni richiesta di risarcimento inoltrato. Nel 2010finalmente uno spiraglio:Maria Giuseppina viene nominata professoressa associata.Sono passati 20 da quel concorso che avrebbe dovuto spalancarle le porte della ricerca alla Sapienza.Venti anni di ingiustizia, di sofferenza, di ricorsi vinti e di sentenze negate.Venti anni di “mala-amministrazione”di un Ministero piuttosto avvezzo a rendere lettera morta sentenze che lo vedono sconfitto. Quell’ingiustizia però continua a bruciare, nonostante la nomina ricevuta. Anzi è forse quella nomina che ricorda alla ricercatrice di quanto sia stata defraudata in questi due lunghi decenni.Decide di ricorrere nuovamente al Tar per chiedere un indennizzo.Anche stavolta il tribunale amministrativo è dalla sua parte:i giudici ordinano al Miur di risarcire la professoressaper i danni subiti e sistemare la parte previdenziale condizionata dalla decisione della commissione nel 1990con un assegno di 257.684 euro.E’ vittoria totale, stavolta.Pieno riconoscimento su tutta la linea per la prof. Anche se rimane l’ amarezza per il vergognoso comportamento del Miur, ha commentato Carlo Rienzi, del Codacons che ha patrocinato la battaglia giudiziaria della Eboli.