QUANDO IL VIAGGIO DILATA IL TEMPO

QUANDO IL VIAGGIO DILATA IL TEMPO

Ricordavo qualche giorno fa – quando? Il viaggio dilata il tempo e accorcia le distanze quanto lo star fermi brucia i giorni e rende tutto lontano – delle botteghe del vivere civile che un tempo riempivano le strade del centro di Roma. Un tessuto urbano che è rimasto nei nomi: via degli Staderari, via dei Sediari, via dei Giubbonari, via dei Fienaroli…. Girando oggi nel cuore di Tehran mi è tornato in mente. A un passo da piazza Khomeini, di fronte al ministero degli Esteri e ai begli edifici un po’ moderni e un po’ qagiari dei musei nazionali, mi sono perso nel polo della meccanica tehranina: chiavi inglesi Sthalwill, mole Metabo, variable speed lathes della Sitco, compressori Avaran, chiavi Enerpac… Una delizia di smerigli, chiodi, martinetti, trapanoni, una goduria di brugole, estrattori e mandrini. Ero appena uscito dalle fresche sale del Museo Islamico che il piacere assorbito davanti a un delicato lavoro di traforo lapideo del XVI secolo si è trovato ad affilarsi sul nastro di una smerigliatrice Makita. Mi sono commosso davanti a tanta abbondanza ferrosa (io ci passerei i giorni) ma, dopo qualche foto e carezza (un mandrino autocentrante da 150 mm giurerei che mi abbia sorriso), ho tirato avanti verso esperienze meno spirituali.Girato l’angolo per avvicinarmi alla zona del bazar mi sono imbattuto in un frequentatissimo baracchino dove facevano i falafel. Però il panino te lo dovevi fare tu. Spiego: preso il pane lo porti a uno che te lo apre e ci infila i falafel, poi vai al banco dei condimenti e ci infili tu quel che vuoi fra insalate, pomodori e salse varie, infine paghi 50 centesimi di euro (40.000 real).Tutto questo avviene in mezzo a uno sventolio di treccione con fiocchino che un fotografo più bravo di me dovrebbe venire qui e farci una monografica. Sarebbe un successo. Ne ho vista una bionda, con cravattino oro su Nike oro e rossetto ciliegia perdersi fra cinnamomi e zenzeri. Ne ho vista un’altra, sotto hjiab giallo limone e labbra rosa, indugiare nella scelta al banco dei reggiseni e dei corpetti. Non si legge solo Lolita, a Tehran.Note: nei bazar persiani cantano decine di usignoli. Devo dirlo? Beh sì, cronaca: gli uccellini sono in gabbia; tanta è la sete che ho visto uno aprire una pompa antincendio dei pompieri per riempire una bottiglia; nei bazar le merci si spostano su carrelli spinti a braccia dai facchini, un lavoro di una durezza incredibile.