PENSANDO AL PROSSIMO ROMANZO VIAGGIANDO IN TRENO

PENSANDO AL PROSSIMO ROMANZO VIAGGIANDO IN TRENO

Sono su un treno. Nella carrozza c’è una ragazza che ha seguito un mio corso di produzione cinematografica qualche mese fa. Una che ha una voglia matta di costruire film. Una che se la vita non le si metterà di traverso ce la farà. Viaggia accanto a suo marito. Dormono abbracciati. Sono belli. Sono piccoli anche se hanno già un figlio. Li guardo. E’ strano poter guardare le persone mentre dormono. Sono indifese. E poi c’è un modo di vivere e uno di dormire, spesso conseguenza l’uno dell’altro. Io ho sempre più paura di addormentarmi in pubblico. Perché non voglio rimanere indifeso. Perché qualche volta potrei russare. Perché a volte assumo delle posizioni sconvenienti. E allora leggo. O guardo fuori dal finestrino. E penso. O magari a volte scrivo. Come sto facendo adesso. “Tutte le sere verso le sei Cosimo andava a camminare lungo la scogliera”. Ecco, potrei continuare a scrivere quello che potrebbe essere il mio romanzo. Oppure no, forse oggi funzionerei meglio a continuare uno dei miei lamenti d’amore.“Rimane il tuo sorriso. Unico.Tutti i sorrisi sono unici, ti ripeti.Ma sai che non è vero.”O scrivere parole in libertà sul film di Martone che ho visto questa mattina, in cui in qualche modo infilerei la panchina, i bambini, magari i figli, i sogni, il giocare a pallone, le utopie. Risultando a tratti brillante, spesso noioso, fondamentalmente inconcludente ed inutile. Il treno si è fermato in una stazione in cui non si sarebbe dovuto fermare. Ci mancava pure il ritardo. Smetto di scrivere. Il film di Martone è un grande film mancato per poco, ma comunque mancato. Il romanzo prima o poi lo scriverò. Più poi che prima. L’amore rimarrà sempre, al di là delle parole.E adesso che il treno è ripartito me ne fotto delle mie paure e mi metto a dormire.