CHE CI FA UN ATLETA IN MEZZO ALL’ARTE?

CHE CI FA UN ATLETA IN MEZZO ALL’ARTE?

1969. PPP con Maria Callas e Giuseppe Gentile, saltatore triplo, bronzo a Città del Messico 68. Giravano “Medea”, dovePPP volle che i due protagonisti non fossero attori di cinema.Che foto splendida. Intanto il costume della Callas, di alta sartoria teatrale. Poi lui, Pasolini, con quel fisico esibito con orgoglio, ancora in ottimo stato a 49 anni, cosa abbastanza rara, non aveva un filo di ciccia. Pettorali perfetti e pancia a tableau de chocolat. Incredibile. Di Gentile, a parte la bellezza e l’età giovane, la metà degli altri due, si notano ovviamente le gambe straordinariamente statuarie, a dir poco sexy. Era già tropo vecchio per Pasolini, notoriamente attratto dai ragazzi come nelle poesie di Sandro Penna. Lo scelse nella parte di Giasone perché le olimpiadi ricordano la Grecia.Simpatico Pasolini con quei bermuda a fiori e mocassini. Lo sguardo è così intenso da superare la barriera degli occhiali scuri. Grazie a sapienti, maliziose riprese concentrate sul corpo dell’atleta, un po’ osé, per quel periodo, il regista-scrittore ha fatto di Gentile un idolo non solo sportivo, tanto che dopo questo film ricevette altre offerte di lavoro dal cinema. Ma lui le ha tutte rifiutate affermando che non erano all’altezza di Medea. Poteva diventare davvero ricco, invece preferì una modesta carriera nel Coni.