“RADIOGOL”, 35 ANNI DI CALCIO (E NON SOLO) RACCONTATI DA RICCARDO CUCCHI

“RADIOGOL”, 35 ANNI DI CALCIO (E NON SOLO) RACCONTATI DA RICCARDO CUCCHI

Riccardo Cucchi è uno dei pochi amici veri di un mondo che sta scomparendo. Con lui abbiamo condiviso trasferte in giro per l’Italia e l’Europa, sempre a inseguire un pallone con cui altri giocavano e che noi cercavamo di raccontare. Non mi sono meravigliato quando, poco dopo aver appeso il microfono al chiodo, mi ha confessato di avere scritto un libro sui suoi 35 anni di carriera. Ero certo che l’avrebbe fatto a modo suo, con delicatezza, con sobrietà, senza ergersi a protagonista. Cioè con il suo stile inconfondibile che rifugge il sensazionalismo. Riccardo Cucchi è stato per molti anni una delle voci storiche che hanno accompagnato le domeniche degli appassionati di calcio. Il degno erede dei grandi della radiofonia, da Enrico Ameri a Roberto Bortoluzzi, a Sandro Ciotti. “Tutto il calcio minuto per minuto” è stata, prima dell’avvento delle televisioni a pagamento, la prima trasmissione a raccontare il calcio in diretta attraverso le voci dei suoi radiocronisti. Ma Cucchi non è stato solo questo: ha seguito otto Olimpiadi e sette Mondiali di calcio, celebrando nel 2006 l’Italia di Lippi vincitrice della World Cup nella finale di Berlino. Raccontando i trionfi dell’Inter di Mourinho, lo scudetto della Roma e quello della Lazio, la sua squadra del cuore. Un amore che Riccardo ha svelato soltanto dopo aver fatto l’ultima radiocronaca. Il libro uscito da poco per le edizioni “Il Saggiatore” si intitola “Radiogol” e non è, come non sarebbe stato in fondo neppure strano, un’autobiografia. Perché Cucchi non è una prima donna, ma, come ama definirsi, “un testimone di eventi” che ha cercato di raccontare con la sua inconfondibile voce e il suo stile pacato. “Radiogol” è il racconto di 35 anni di professione e di passione, attraverso l’incontro con atleti, dirigenti, allenatori. In 269 pagine che si leggono tutte d’un fiato Cucchi narra fatti, episodi, personaggi che lo hanno accompagnato nella sua carriera di giornalista. Un mondo che Riccardo ha amato perché era l’avverarsi del suo sogno di bambino. Una professione che sta cambiando profondamente, quasi mai in meglio, e che Riccardo Cucchi ha saputo nobilitare con la sua classe e la sua sensibilità.