LA MONETA FISCALE IN FINANZIARIA

LA MONETA FISCALE IN FINANZIARIA

Un emendamento alla Finanziaria che per la prima volta porta in Parlamento la concreta possibilità di lanciare i CCF, i Certificati di Credito Fiscale: ringrazio per questa novità i parlamentari del M5S, e in particolare Dino Alberti, che si sono impegnati per raggiungere l’obiettivo, un passo nella direzione giusta per riprendere in mano il nostro destino economico e politico. Alberti precisa: «questo è quanto ci hanno permesso di presentare. L’emendamento necessita di copertura e pertanto abbiamo dovuto ridurre di molto la portata: un miliardo di euro in tre anni. Così però l’emendamento è stato reso ammissibile. Oltre sarebbe stato reso tecnicamente irricevibile». Al di là della cifra, il risultato ottenuto apre un varco per potenziare l’intervento nel futuro. Certo, con i tecnici della Ragioneria era difficile andare oltre. Forse non concepiscono che – come è stato scritto nel punto 3 dell’emendamento – l’utilizzo dei CCF avvenga dopo due anni, tanto che soltanto in quel momento ci potrebbe essere un impatto sul bilancio dello Stato se la crescita non fosse partita di nuovo in modo consistente. Quelle che vengono chiamate “coperture” sarebbero proprio le nostre «clausole di salvaguardia», che hanno segno uguale e contrario all’ammontare degli sconti fiscali. La messa a punto di tali clausole necessita di un lavoro approfondito perché – se la quantità di CCF emessi è elevata (per noi dovrebbe essere di30 miliardi di euroall’anno) – bisognerebbe concepire dei potenziali tagli di spesa e aumenti di tasse di entità notevole proprio per neutralizzare l’impatto negativo che si potrebbe avere qualora i CCF, nel giungere a scadenza, scontassero una crescita insufficiente. Dunque a nostro avviso le coperture che sono state richieste preventivamente c’erano eccome: erano né più né meno che le clausole di salvaguardia. Non è detto che tali clausole debbano scattare. Nel caso si dovessero attivare, ciò non avverrebbe prima della fine del secondo anno, quando i CCF inizierebbero a giungere a scadenza e verrebbero usati per ottenere gli sconti fiscali. Inoltre, se fosse stata considerata la possibilità di emettere grosse quantità di CCF, sarebbe subito sorto un problema eminentemente politico: ossia, come ripartire le assegnazioni tra famiglie, imprese e lo Stato. Ma intanto va bene: abbiamo piantato un seme e speriamo che sia l’inizio di una fioritura ben più ambiziosa. 9-bis. 04. Alberti, Sorial, Caso, Castelli, Cariello, D’Incà, Brugnerotto.