IL CASO KAVANAUGH E QUELLE VITTIME CONDANNATE AL SILENZIO

IL CASO KAVANAUGH E QUELLE VITTIME CONDANNATE AL SILENZIO

Mentre il presidente degli Stati UnitiDonald Trumpè a New York edichiara alleNazioni Unite, davanti a tutti i delegati del mondo, che la sua amministrazione «in due anni ha fatto più di quasi tutte le amministrazioni nella storia degli Stati Uniti», facendo ridere a crepapelle tutti, e il famoso attore e comicoBill Cosby, 81 anni, viene trasferito dal tribunale direttamente in un carcere dove passerà dai tre ai 10 anni per aver drogato e poi abusato di una giovane donna, a Washington sta succedendo il finimondo. Brett Kavanaugh, candidato repubblicano allaCorte Suprema, è ancora alcentro di controversieriguardantiabusi sessualinei confronti di una seconda e poi una terza donna che hanno avuto il coraggio di farsi avanti. Mentre qualche settimana faChristine Blasey Ford, docente di Psicologia, aveva finalmente trovato la forza di uscire allo scoperto e accusarlo di abusi durante una festa in cui lui era completamente ubriaco, qualche giorno faDeborah Ramirezha raccontato alla famosa rivistaNew Yorkerdi essere stata abusata sessualmente durante gli anni di college allaYale. Mentre la prima donna ha raccontato di essere stata portata di forza in una stanza da Kavanaugh e da un amico che hanno cercato di spogliarla, cercando di zittirla mettendole una mano davanti alla bocca e alzando il volume della musica, la seconda ha detto che durante una festa in cui tutti erano ubriachi, compresa lei, Kavanaugh si è tirato giù i pantaloni appoggiandole il pene in faccia. Un’immagine estremamenteinquietante, a mio avviso. Infine – ne ha dato notizia la Cnn –Julie Swetnick, ex studentessa al liceo frequentato dal giudice, ha riferito di aver partecipato a più di una decina di party ai quali era presente anche Kavanaugh, l’ha visto bere all’eccesso e agire inmodo inappropriatocon molte ragazze, premendo il proprio corpo contro di loro senza consenso, strusciandosi e cercando di spogliarle per vedere le loro parti intime. Per cercare di mantenere la reputazione di uomo che ha «sempre trattato le donne con dignità e rispetto», il giudice lunedì scorso è stato intervistato da Fox News e ha negato tutte le accuse che le due donne, con fatica ed enormiconseguenze personalie professionali, sono riuscite a dire. Nel frattempo, però, molti suoi ex compagni di scuola hanno dichiarato che da giovane era un gran bevitore e che spesso beveva fino a perdere i sensi. Sono pure venute fuori spiacevoli descrizioni del giudice nei quaderni annuali degli anni di liceo, in cui lui dichiarava di fare parte deiRenate Alumnius, un gruppo di ragazzotti che avevano tartassato in maniera molto insistente una studentessa, Renate appunto. Il commento più ricorrente – non solo da parte diDonald Trump, ma anche di molti altri uomini – è che in fin dei conti sono fatti accaduti 30 anni fa e che al liceo e all’università si fanno scemenze. E poi questi comportamenti non rappresentano necessariamente l’adulto di adesso. Sfortunatamente per il presidente e per i suoi amici di merendine, le donne da qualche anno hanno spiegato in modo inequivocabile che l’abuso sessuale non scompare con il tempo, e che le ripercussioni sulla sanità mentale delle vittime sono estremamente serie. Non solo: sono moltissime le persone che decidono di non dire niente per anni o che addirittura scelgono di rimanere insilenzioper sempre. Deborah Ramirez, per esempio, ha raccontato che per decenni si è sentita terribilmente incolpaper quello che era successo alla festa, perché anche lei era ubriaca. Come se essere ubriache giustificasse la violenza subita. Ma almeno lei e Christine Blasey Ford, che continua a ricevere minacce di morte e che ha dovuto abbandonare la sua casa per paura di ritorsioni, hanno trovato il coraggio di parlare. Sono tantissime invece le vittime, donne e specialmentebambini, che non hanno il coraggio di dire niente a nessuno. Lapedofiliaormai è un dramma conosciuto nellaChiesa non solo statunitense, e spesso le vittime non hanno mai denunciato nulla, nemmeno ai genitori. Per cui, il fatto che un abuso si sia consumato 30 anni fa e che le due accusatrici del giudice finora non abbiano mai detto nulla pubblicamente non significa che il reato non sia stato commesso. Certo, per uno come Trump, che ha decine di donne che lo hanno accusato di abusi del genere, il fatto non sembra essere di enorme importanza. Invece, grazie a Dio, lo è ancora.