RICORDANDO IL MIO AMICO ANTONIO TABUCCHI

RICORDANDO IL MIO AMICO ANTONIO TABUCCHI

Ho seguito Antonio Tabucchi su antiche rotte pisane, tra piazza Dante e piazza Carrara. L’occasione, il suo libro “L’angelo nero” che ho trovato oggi a casa di mio suocero Paolo Padovani e di cui ho appena apprezzato alcune sottolineature a lapis. Peccato non averne mai parlato in passato, Paolo è scomparso dieci anni fa (in questi giorni, l’11 settembre), Antonio sei anni fa (era nato comunque in settembre, un anno prima di me…)..Con Antonio da ultimo avevamo un appuntamento, un rendez vous toscano-gastronomico, un coniglio alla cacciatora in una trattoria sotto monte dalle parti di casa dei suoi nonni, il posto in cui era cresciuto. La morte ha annullato questo appuntamento. Peccato.In comune avevamo avuto anche un professore, straordinario, Silvio Guarnieri, se n’è andato anche lui mentre pedalava in bicicletta in una città del nord, Treviso. Antonio ce l’aveva fatta a laurearsi con Silvio, relatore. Era il ’69 ed Io invece avevo già lasciato la facoltà, per dedicarmi agli ardori del tempo. Le lezioni di Guarnieri sulla letteratura italiana contemporanea restano per me indimenticabili.Tabucchi. Lo ricordo con quei suoi occhialetti e lo sguardo serio quando a piazza Dante, di fronte alla libreria che avevo aperto con Guelfo nel ’67 (la Frantz Fanon) si fermava a chiacchierare di varie cose, politica compresa. Lui era legato in qualche modo al Pci, io no. Erano tempi così. Oggi l’ho seguito per i suoi andirivieni tra piazza Dante (che aveva già messo anche nel suo libro precedente “Piccoli equivoci senza importanza”, libreria compresa) e piazza Carrara dove allora abitava un pittore straordinario che si chiama Beppe Bartolini (ora vive poco distante). Ciao Antonio, sei a Prazeres, un po’ troppo lontano per portarti un fiore Ps. La viltà degli intellettuali italiani: quando Antonio fu querelato da Silvio Berlusconi per quello che aveva scritto su di lui (non ricordo quanti miliardi il capo di Forza Italia pretendeva dal povero Tabucchi) l’appello in suo sostegno e che rapidamente raccolse vari premi Nobel non partì dall’Italia. Partì da Parigi, la Francia, per iniziativa di editori come Gallimard ecc ecc ecc