DOPO CHRISTINE TANTE ALTRE CONTRO KAVANAUGH

DOPO CHRISTINE TANTE ALTRE CONTRO KAVANAUGH

Christine Blasey Ford non è sola. Nel giorno della sua audizione a Washington DC davanti alla Commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti saltano fuori nuove denunce contro Brett M. Kavanaugh, il giudice che Trump ha scelto come candidato alla Corte Suprema. La donna ha confermato le sue accuse contro il giudice che una sera d’estate del 1982, durante una festa, tentò di violentarla. Un tentativo che ha lasciato delle tracce invisibili ma profonde nella sua esistenza, non ultime quelle durante gli ultimi tempi, prodotte dai media e dai cittadini con attacchi violenti contro di lei. In una giuria composta da soli uomini ha raccontato di aver avuto paura di essere uccisa da Kavanaugh, mentre, ridendo e in compagnia di un amico, Mark Judge, gli teneva chiusa la bocca con una mano, durante il tentato stupro.Il giudice si è detto estraneo alle accuse, ma durante l’audizione altre due donne lo hanno denunciato per molestie.Dopo molte pressioni, l’FBI ha deciso di intraprendere delle indagini nei confronti di Brett M. Kavanaugh e Trump ha deciso di sospendere per una settimana la sua conferma a giudice della Corte Suprema. Con la sua nomina l’ago della bilancia della Corte si sposterebbe a destra, influenzando nel prossimo futuro il diritto giuridico Usa. Brett M. Kavanaugh, è stato selezionato, fra sette prescelti, dall’amministrazione Trump per prendere il posto del giudice Anthony M. Kennedy. 53 anni, una laurea a Yale, Kavanaugh è giudice federale della corte d’appello del Distretto della Columbia. Tra i suoi incarichi precedenti è stato anche consigliere sotto l’amministrazione Bush e, negli anni ’90 indagò insieme a Kenneth Starr su Bill Clinton, chiedendo il suo impeachement nel caso Lewinsky. Rigoroso e conservatore, se fosse confermato nella sua carica alla Corte Suprema avrebbe una forte influenza sui diritti civili, matrimoni gay, diritto all’aborto, uso delle armi e anche su un eventuale processo del presidente americano in carica. Uomo radicalizzato conservatore, Kavanaugh ama le tematiche come ordine pubblico e sicurezza, aumentando il potere delle forze dell’ordine a dismisura. L’America conoscerebbe momenti bui e oscuri. Si dice di lui che preferisce fare gli interessi dei suoi amici potenti piuttosto che del popolo. La sua accusatrice,Christine Blasey Ford, 51 anni, docente di psicologia alla università di Palo Alto e ricercatrice di psicologia alla Stanford University School of Medicine. Si è laureata nel 1988 all’Università del North Carolina in psicologia sperimentale e successivamente in Psicologia clinica all’ Università di Pepperdine, ottenendo un dottorato in Psicologia pedagogica all’Università della California del Sud e in Epidemiologia alla Stanford University. Sposata con Russell Ford dal quale ha avuto due figli. Della serata incriminata ha raccontato alla Commissione: “Sono cresciuta nei suburbi di Washington DC. Ho frequentato la scuola di Holtn-Arms nel Maryland dal 1980 al 1984… Nel primo e secondo anno del liceo, quando avevo 14 e 15 anni, il mio gruppo di amici si incrociò con Brett e i suoi amici per qualche mese. Io conoscevo un compagno di Brett e tramite lui sono stata a un certo numero di feste dove era anche Brett. Non ci conoscevamo bene ma sapevamo chi eravamo. Nell’estate del 1982, come quasi ogni estate, passavo quasi l’intero giorno al Columbia Country Club di Chevy Chase in Maryland, a nuotare e praticare tuffi. Una sera di quell’estate, dopo aver nuotato tutto il giorno, andai a una riunione di ragazzi in una casa di quella zona. Mi ricordo che c’erano quattro ragazzi: Brett Kavanaugh, Mark Judge, P. J. Smith, e un altro di cui non ricordo il nome. Ricordo che c’era la mia amica Leland Ingham. Non ricordo tutti i dettagli su come fu decisa la riunione, ma come molte quell’estate fu probabilmente una decisione dell’ultim’ora… Ma i ricordi di quella sera… Sono scolpiti nella memoria e mi hanno ossessionata in vari momenti della mia vita adulta. Quando arrivai alla festicciola, gli altri bevevano birra in un salottino al primo piano della casa. Quella sera io bevvi una birra sola. Brett e Mark erano visibilmente ubriachi. All’inizio della serata, salii una stretta scala che portava dal salotto al secondo piano per usare il bagno. Quando arrivai in cima alla scala, fui spinta da dietro dentro una stanza da letto. Non vedevo chi mi aveva spinto. Brett e Mark entrarono nella stanza e chiusero la porta a chiave. C’era già la musica accesa. Uno dei due alzò il volume. Fui spinta sul letto e Brett mi salì addosso. Cominciò a toccarmi dappertutto e a spingere il pube contro di me. Urlai, sperando che qualcuno mi sentisse di sotto, e cercai di alzarmi, ma lui era pesante. Brett mi toccava e cercava di togliermi i vestiti. Non ci riusciva perché era troppo ubriaco, e perché io avevo un costume da bagno intero sotto i vestiti. Pensavo che volesse stuprarmi. Cercai di urlare. Allora Brett mi mise una mano sulla bocca per impedirmi di urlare. Quella fu la cosa più terrificante, quella che ha avuto più impatto sulla mia vita. Respiravo a fatica e pensai che mi avrebbe ucciso per sbaglio. Tutti e due, Brett e Mark, ridevano ubriachi. Sembrava che si divertissero. Mark incalzava Brett, anche se gli diceva pure di smetterla. Un paio di volte incrociai i suoi occhi e pensai che forse sarebbe intervenuto, ma non lo fece. Nel corso di questa aggressione, Mark saltò due volte sul letto mentre Brett mi stava addosso. L’ultima volta, cademmo tutti dal letto e Brett non mi era più addosso. Riuscii ad alzarmi e a correre fuori dalla stanza. Direttamente di fronte c’era un bagnetto. Ci corsi dentro e mi chiusi a chiave. Sentii Brett e Mark lasciare la camera ridendo e scendere le scale battendo sui muri. Restai un po’ nel bagno e quando sentii che non stavano tornando indietro, uscii, corsi giù per le scale, attraverso il salotto e uscii dalla casa. Ricordo di essermi trovata in strada con un immenso senso di sollievo perché ero fuggita e Brett e Mark non mi inseguivano. L’aggressione di Brett alterò drasticamente la mia vita. Per lungo tempo, non osai raccontarne a nessuno i dettagli: avevo paura e mi vergognavo troppo”.