E’ SOLIDALE E VICINO A MIMMO LUCANO IL VESCOVO BREGANTINI. LUI LO CONOSCE BENE

Non conosce mezze misure il vescovo di Campobasso Giancarlo Bregantini, protagonista con Mimmo Lucano di tante battaglie, tra cui le marce contro le mafie, quando era vescovo della Locride Venuto a conoscenza degli arresti domiciliari del Sindaco di Riace, Bregantini esprime ufficialmente profonda amarezza e dolore pensando al sindaco e alla comunità del paese e della Calabria tutta, dove, per 14 anni, è stato vescovo. Vicinanza e solidarietà, a conforto dell’ amico Mimmo e per tutti i fedeli della zona. Convinto “che l’agire di questo sindaco, coraggioso e tenace, sia stato fecondo di bene e fortemente progettuale”. In un itinerario a tratti anche rischioso, “spesso dovendo scontrarsi con logiche di comodità o di interessi malavitosi”. Per lui Lucano rappresenta la figura di un uomo lungimirante, “un sindaco che ha capito che solo valorizzando gli immigrati si porterà beneficio ai nostri cittadini italiani. Non uno contro l’altro, ma solo insieme”. Il vescovo non manca neppure di sottolineare la spinta profetica di Lucano, che “lo portava a guardare ben oltre i ristretti steccati del paese”. Fiducia nella magistratura, come non potrebbe, ma con l’avvertimento di quanto sia necessario lo spegnersi dei toni. Fin qui le parole di un vescovo, che laicamente ci sentiamo di condividere, parole che giustamente non si limitano ad esaltare l’umanità di una persona, ma ne sottolineano la progettualità lungimirante e profetica. In effetti, Mimmo Lucano non è un brav’uomo un poco fesso, ma carico di umanità che senza rendersene più o meno conto ha violato la legge ingenuamente e che va difeso contro un ministro reazionario. Non è una bottiglia molotov da lanciare contro il fronte dei cattivisti respingenti, per lasciare che bruci e si esaurisca da sola, una volta passata la prima fiammata. Non è un buonista da arruolare limitatamente all’abolizione della Bossi Fini, adesso che i problemi per i rifugiati vanno ben oltre gli ostacoli di quella legge, che mirava a colpire una forma di migrazione tradizionale che poco ha a che vedere con gli sbarchi e che oggi si sta riducendo.