DIVAMPA LA REPRESSIONE IN TURCHIA. FERMATO UN ITALIANO

Continua e si espande a macchia d’olio la repressione della Turchia contro attivisti di opposizione, centri culturali, giornalisti. Continua l’oppressione dilaniante sulla libertà. Nelle ultime ore molti gli stati di fermo a Istanbul, tra cui anche per il giornalista Çağdaş Kaplan, caporedattore del giornale Yeni Yaşam. Il capo d’accusa è: “Propaganda terroristica.”Il terrorismo per il governo di Recep Tayyip Erdogan è la libertà di pensiero. Perché nei casi in questione non ci si trova davanti a mercenari dell’Isis, a commercio di armi per milizie jihadiste, a passaggi illegalmente legalizzati dal MIT (servizi segreti turchi ndr) di membri dell’esercito di Daesh che dalla Turchia vanno verso la Siria e ancor di più verso l’Europa. Il terrorismo vero e proprio ha le porte aperte e le spalle coperte nello Stato del Presidente Erdogan.Nei casi in questione invece ci si trova davanti ad attivisti che rivendicano il diritto alla libertà, a giornalisti che svolgono il proprio dovere di “scrivere quello che vedono” come insegna la Politkovskaja. Oppure ci si trova di fronte ad osservatori internazionali, come il caso dell’italiano Gianfranco Castellotti attivista internazionalista di Massa, fermato a Istanbul durante una retata, presso il Centro Culturale IDIl, durante la quale sono stati arrestati musicisti e militanti di sinistra. Gianfranco Castellotti andava spesso in Turchia, è conosciuto per il suo attivismo di opposizione alla repressione turca. Questa volta era lì come Osservatore Internazionale all’udienza contro il gruppo di musicisti “Grup Yorum”, che da sempre divulga note libere in opposizione alla dittatura governativa. L’accusa mossa contro i musicisti è sempre la stessa: “Propaganda terroristica”.E mentre la Turchia mescola le carte e le definizioni di terrorismo, Gianfranco Castellotti non ha ancora capi d’accusa formalizzati a suo carico.Questa mattina udienza anche per lui, sentita la compagna ha dichiarato “è ancora in stato di fermo. Aspettiamo notizie in mattinata.”La Farnesina intanto rassicura: “Sta bene, verrà rilasciato presto.” Eppure i legali su questo non hanno ancora alcuna certezza.Perché ormai la Turchia, plasmata dalla politica dittatoriale e opprimente del Presidente Recep Tayyip Erdogan, non offre certezze se non quella di reprimere ogni spiraglio di libertà.