MARCO TRAVAGLIO: UN MONUMENTO AL TRASFORMISMO

MARCO TRAVAGLIO: UN MONUMENTO AL TRASFORMISMO

Io in fondo ammiro molto Marco Travaglio. Fa cose di cui io non sono proprio capace. Sarà perchè è di Torino, città magica ed esoterica, ma come prestigiatore è un prodigio. Oggi, ad esempio, comincia il suo articolo attaccando il poliziotto che ha impedito ad Ottavia Piccolo di entrare alla mostra del cinema con il fazzoletto dell’Anpi. Ma sapete perché? Perché in questo modo l’agente alimenta, “quella descrizione macchiettistica e superficiale dell’Italia governata dai populisti e dunque in preda a orde barbariche e squadracce fasciste”. Una “leggenda nera che ha indotto Michelle Bachelet a inviare ispettori in Italia e Austria”. Infine come sanzione infligge al poliziotto, “un corso accelerato di storia della resistenza antifascista”. Occhio ai movimenti di Travaglio perché sembra Maradona: il leader del FQ parte a sinistra, poi si sposta di colpo a destra usando argomenti simili a quelli di una Meloni o di un Belpietro, infine ritorna a sinistra imponendo una punizione all’agente che tuttavia sa benissimo essere finta. Non è prodigioso? Non è un capolavoro barocco, un monumento al trasformismo, un peana alla celebre prescrizione dell’ “ammuina” nelle navi borboniche?