UN RECORD DI CUI ANDAR FIERI: SIAMO PRIMI IN EUROPA PER LE MINACCE AI GIORNALISTI

Il direttore dell’ufficio dell’Osce, Frane Maroevic, che si occupa della libertà di stampa ha dichiarato senza mezze misure che “il giornalismo è diventato uno dei più pericolosi mestieri del mondo”, precisando che non si parla soltanto di giornalisti inviati di guerra ma anche di chi si occupa di sicurezza e corruzione, anche gli stessi vignettisti sono interessati a questo fenomeno. Maroevic ha corredato il suo commento presentando il progetto dell’Index of Censorship che illustra una mappa fedele delle aggressioni e le minacce all’indirizzo dei giornalisti. L’Index of Censorship ha descritto oltre tremila attacchi avvenuti in trentacinque Paesi in Europa, contro giornalisti e cronisti. L’elenco delle aggressioni va dall’omicidio alla detenzione illegale, dalle minacce di morte o di stupro, alla diffamazione o al massimo del disprezzo dello sputo; dalla casa presa a sventagliate di mitra, fino agli insulti da parte dei politici nazionali. Negli ultimi quattro anni, Index ha documentato minacce alla libertà dei media nell’Unione europea e nei paesi limitrofi, da gravi violazioni come l’uccisione e il carcere di giornalisti a quelli apparentemente più innocui, come le molestie online dei giornalisti. Ciò che mostrano i risultati è che le minacce a basso livello sono spesso forti fattori predittivi di maggiori restrizioni in futuro e che non possiamo dare per scontata la libertà di stampa. La rivista è guidata dall’ex giornalista della Reuters allora responsabile dell’ufficio del Regno Unito, Jodie Ginsberg, CEO (Chief Executive Officer). L’organizzazione con sede nel Regno Unito, difende la libertà di espressione in tutto il mondo. Una triste classifica che mette l’Italia tra le nazioni Primatiste. Detiene il titolo per le varie aggressioni, 83 casi, su 445 e non ci siamo fatti mancare il primato per le intimidazioni 133 denunce, su 697. La Grecia ci sorpassa solo per quanto riguarda gli arresti con 15 casi, su 437. La Ginsberg ha sottolineato che il gran numero di denunce porta alla luce che le minacce alla libertà di Stampa sono presenti in tutta Europa e non solo nei Paesi che possono essere considerati ai margini della civiltà, aggiungendo di aver accertato che sono due i nodi più “scottanti”: il primo modo è che vengono silensiati i giornalisti d’inchiesta per ragioni di sicurezza e il secondo, quando l’indipendenza delle reti pubbliche viene messa a rischio. Questo quasi sembra familiare tant’è che viviamo sempre la percezione in Italia che le notizie vengano incanalate come desiderano gli organi politici o di potere. Nel rapporto sono evidenziate cinque problematiche principali. Per tutelare il Governo, spesso si ricorre a Leggi antiterrorismo e sulla tutela della sicurezza nazionale, e in ben 39 casi, è stata fatta pressione sui giornalisti autori di pubblicazioni di notizie che non mettevano certo in buona luce il Governo. La Ginsberg identifica questo come: “un problema enorme che spesso porta alla sorveglianza di giornalisti per scoprirne le fonti”.Nel rapporto si parla delle pressioni per bloccare o licenziare i giornalisti, interferenze che servono a infangarne la reputazione da parte dei politici che in quel momento sono al potere. II giornalisti subiscono l’attacco dell’opinione pubblica, finendo in una gogna mediatica. Anche e soprattutto nel nostro Paese approfittando della potenza dei social, sono molti i giornalisti che ricevono insulti e minacce, in alcuni casi anche pesanti, si arriva a minacciare di morte o di stupro, specialmente le donne che risultano essere le principali vittime di questo malcostume.Non solo sul web ma anche quando sono in strada, i giornalisti si trovano a subire tali pressioni. Alle manifestazioni sono tra quelli più bersagliati. Una parte importante di queste azioni è purtroppo inferta dal servizio televisivo pubblico. La Ginsberg conclude dicendo che: “molti giornalisti finiscono nella morsa del controllo governativo”.