HA…. DETTO STAMPA?

Quando nel secolo scorso ho fatto l’addetto stampa per eventi o persone ho sempre cercato di facilitare e non complicare il lavoro ai colleghi giornalisti. Li conoscevo bene tutti, di ognuno sapevo settori di competenza e attitudini professionali e in base a queste caratteristiche “modulavo” i miei comunicati. I testi che inviavo erano uguali per tutti ma poi, di volta in volta, scattava la telefonata “ad personam” che segnalava un dettaglio piuttosto che un altro. In questo modo, “coccolando” i colleghi, davo a ognuno di loro l’impressione di averli avvantaggiati nel lavoro. Così ognuno “leggeva” il comunicato in base alle proprie attitudini e aspettative. E la copertura mediatica era assicurata al meglio senza tanti odiosi copia e incolla ma a volte addirittura assecondando qualche piccolo scoop. Oggi chi fa l’addetto stampa non “coccola” più nessuno. Lavora in modo svogliato per poche centinaia di euro (pochi, maledetti e subito), invia i comunicati in batteria (a volte neanche su mail ma su Messenger) e non segue mai la sorte dei suoi testi. Ragion per cui devi essere tu a segnalargli che hai pubblicato, bontà tua, quella notizia e poi fornirgli anche il pdf. In cambio, nella migliore delle ipotesi, di un “grz”. Il meccanismo che stava dietro a un rapporto difficile e non sempre sereno, addetto stampa-giornalista, oggi si è completamente rotto. Per cui io addetto stampa ti mando il comunicato, se me lo pubblichi bene se no non mi passa manco per la testa. Tanto quei quattro spiccioli comunque li avrò a prescindere dai risultati. Vorrei che qualcuno mi smentisse soprattutto nei fatti ma so già che è difficile.