L’ANONIMO SUL NEW YORK TIMES CI DICE CHE TRUMP SI ROVINA DA SOLO

a quando ilNew York Timesha pubblicato l’articolo anonimomandato da uninsiderdellaCasa Biancache lamenta un clima politico a dir poco inquietante,Donald Trumpnon riesce a darsi pace. Certo, il titolo dell’articolo non promette niente di buono: “I am part of the resistance inside the Trump Administration“. La persona che non osa firmarsi, perché dice che deve rimanere all’interno della Casa Bianca per evitare che il presidente faccia danni irreversibili, ha scritto: «Oltre alla sua massivacampagna di marketingche vuole mostrare la stampa come “il nemico del popolo”, gli impulsi del presidente Trump sono generalmenteanti-commercioeanti-democratici». E questa è forse l’asserzione più positiva di tutto lo sfogo. L’autore dice anche di non essere l’unico a pensarla così, ma di essere parte, appunto, di unaresistenzaall’interno dell’amministrazione. Come se non bastasseil libro diBob Woodward, già alla settima ristampa ancora prima di essere uscito, che riporta conversazioni di persone che ne dicono di cotte e di crude sull’instabilità mentalee la profondaignoranzadel presidente di governare, adesso c’è pure qualcuno tra i suoicollaboratoripiù intimi che decide di non lavare i panni sporchi in casa. Per una persona della personalità di Trump, insicura eparanoica, questo è troppo. Credeva che tutti lo amassero e lo rispettassero e invece c’è qualcuno che osa parlare male di lui? E che manda un intero articolo sul giornale che lui chiama “Failing New York Times”? Per giorni ci sono state innumerevoli teorie su chi questa persona sia: qualcuno pensava addirittura potesse essere il vice presidenteMike Pence, che ha giurato e spergiurato di non c’entrare nulla e si è reso disponibile per una dichiarazione attaccato alla macchina della verità.Rand Paul, senatore repubblicano delKentucky, ha detto addirittura che tutti gli impiegati alla Casa Bianca dovrebbero essere costretti a fare untest del poligrafo. Si stanno cercando indizi a destra e a manca, si analizzano frasi, risposte, comportamenti, moventi. Chi dice che lo stile è quello di unospeech writer, e cioè di un autore discorsi per i politici. C’è chi dice che potrebbe essere unfake, o una donna, o più persone insieme. C’è chi chiama l’autore un codardo, uno che se proprio non gli piace l’ambiente dovrebbe avere il coraggio di andarsene. Insomma, sembra quasi di leggere un libro dei Agatha Christie. Credo che mio padre, che scommetteva sui cavalli (generalmente quelli perdenti) e su tutto quello su cui poteva scommettere, avrebbe già perso uno stipendio su questo fatto. Al di là di chi sia stato, il problema è che questa amministrazione sta mostrando davvero di non essere in grado di governare: quando anche dall’interno arrivano messaggi, sos e quando si arriva a voler usare la macchina della verità per scoprire chi ha osato lamentarsi, il clima lavorativo ma anche difiduciaè gravemente compromesso. Che Trump non sia in grado di fare il manager neanche di un fruttivendolo ormai è chiaro a tutti, che la sua impulsività e la sua rabbia che trapela da ognitweetche manda ormai da più di un anno non possono che rovinare la sua immagine ormai non è più un segreto. Un commentatore dellaCnnl’altra sera ha persino detto che se il presidente riuscisse a mantenere anche un minimo diautocontrollosenza continuare a sparare a zero su tutti, è anche probabile che piacerebbe molto di più. Invece alla fine si sta davvero rovinando con le proprie mani: la suapopolarità, malgrado segni positivi nell’economia, sta precipitando a vista d’occhio. IlWashington Postha contato più di 4 mila bugie dette dal presidente dall’inizio del suo mandato. Non è riuscito a dire che inazistisono cattivi, o cheVladimir Putinè un oligarca corrotto e mafioso; non è stato capace di resistere la tentazione dipornostare prostitute. Ha licenziato chi non la pensa come lui, ha preso in giro idisabili, ha fatto affermazioni razziste. Il suo avvocato personale è nelle grinfie dell’Fbi, pronto a dire tutto quello che sa sul suo conto. Ha soprattutto la presunzione di potersi permettere di fare quello che vuole senza ripercussioni. Se fosse riuscito invece a essere più moderato o a nascondere meglio i suoi lati più erratici, sarebbe davvero il presidente più popolare degli Stati Uniti. Ma d’altronde per fare tutto questo avrebbe dovuto essere una persona completamente diversa.