MACRON DOPO IL PROCLAMA ALLA NAZIONE. SI E’ REDENTO O E’ IMBECILLE PER DAVVERO?

MACRON DOPO IL PROCLAMA ALLA NAZIONE. SI E’ REDENTO O E’ IMBECILLE PER DAVVERO?

Chissà se ha nuovamente cambiato idea dopo avere sentito il discorso di Macron alla nazione, il validissimo economista Jean-Paul Fitoussi. Oggi Fitoussi è salito agli onori delle cronache italiane per avere definito Macron né più né meno che un imbecille. Un dubbio che aveva sfiorato le nostre ben più modeste menti, per ragioni però molto simili a quelle del bravo Jean-Paul. Ricordavamo come un incubo a distanza di decenni un viaggio in treno da Rennes a Nantes (113 km) , tra Bretagna e Loire Atlantique, durato non si sa quanto. Vale a dire che in Francia tutto va bene quando ti muovi da Parigi verso i 4 punti cardinali e viceversa. Ma quando ti devi spostare lungo le periferie di quello stato esagonale, se non possiedi una macchina sei fottuto. A vedere la protesta dei Gilet Jaunes alla periferia della Republique mi era sorto il dubbio che le cose non si fossero modificate. Bene, Fitoussi ha confermato senza mezzi termini che, secondo lui, per quegli spostamenti periferici la situazione permane drammatica e che un presidente che non se ne accorga è un imbecille, punto e basta. La dichiarazione ha fatto ancora più scalpore perché proviene dalla bocca di un economista che, quando Macron si installò all’Eliseo, ne aveva difeso il programma dalle accuse di neoliberissmo. “E’ vero, si tratta di un programma che avvantaggia i grandi capitali, ma una qualche consolazione stile welfare la consente anche alle fasce più deboli”, aveva detto. Ieri il nostro ha constatato che ai più deboli era stata riservata solo la strada da correre e per di più con un carburante più costoso. La metafora della strada è quanto mai pertinente visto che Macron, oggi, ha voluto dare l’impressione di avere ingranato la marcia indietro.Ha cominciato al mattino dandosi del “con”, termine da noi traducibile soprattutto in veneto con la parola “mona”, ma che i traduttori di professione preferiscono elaborare liberamente col termine “stronzo”. Poi, dopo avere incontrato le parti sociali è parso continuare in quella direzione. Certo, imbecille o meno che sia, avrà dovuto accorgersi che i sindacati, con un testa la Cgt equivalente alla nostra Cgil, pure non adorando i gilet jaunes, non erano disposti a perdonargli tutte le nefandezze compiute da quando è al potere, compresi i soprusi della police sugli studenti. Quindi il preannuncio di misure immediate e concrete da proclamare in serata. Di qui il toto-Macron. “Che tolga la tassa sulla prima casa?” “Che ritocchi le pensioni?” “Che introduca una patrimoniale più equa?” “Che detassi il lavoro straordinario?”.”Che dimetta il primo ministro Philippe?”.Infine il proclama alla nazione: “indignazione condivisa”, “collera giusta”, chissà contro chi? Non importa, l’importante è che adesso ci si metta “Tutti insieme”. Scusi M. le Président, a fare che?E alfine dopo tanto tuonare, la pioggia. 100 € in più sui salari minimi, un premio di fine anno, una detassazione sui patrimoni di chi viene in Francia ad investire, oltre all’immancabile lotta all’evasione fiscale e alla già preannunciata cancellazione delle accise ecologiche sulla benzina, rientrate alla base alla prima vetrina rotta.Una ciliegina la possibile proclamazione dello stato di emergenza a spiegare che dopo tante carote potrebbe pure andargli di piazzare qualche manganellata in più. Prime sensazioni a due livelli.Che tutto sommato per fare recedere Emmanuel dai suoi propositi qualche maniera un po’ brusca non faccia male.Che questa faccenda dei 100 € ricordi abbastanza gli 80 € di persona a noi geograficamente più vicina e che potrebbe per analogia, portare una sfiga pazzesca. Dopo di che, viste le novità, a Fitoussi l’ardua sentenza. Macron si conferma imbecille oppure si è redento? Non dovremo aspettare molto a lungo la risposta, ma non solamente da Fitoussi.