PENSANDO A STRASBURGO

Attempati predicatori armano le mani di giovani che spengono le stelle, non lo fanno loro, no, lo fanno fare, come sempre in passato i vecchi hanno preferito piangere invece che morire, creando generazioni di ragazzi devastati dagli alterchi degli anziani. Anziani incapaci di parlare una lingua del mondo, ostili a quanto davvero può realizzare una speranza, la pace, l’unione, l’abbondanza, amici al proprio, al confine, al muro, come è sempre stato e che, nella nostalgia del tempo, è loro amico. Non si arrendono mai i vecchi di oggi, non si fanno mai da parte, e odiano e aizzano e fanno cadere la loro infima sapienza in gocce distillate da regioni del pensiero ormai superate dai voli, dalla scienza, dalla tecnologia. Egoisti di sé e gelosi degli altrui futuri. E dunque aizzano e armano le mani, per corrompere quadri universali in cui sarebbero perduti, oggi, sentendosi nient’altro che led, minuscoli puntini freddi e insignificanti