LA VITA E’ UNA COSA SUBLIME MA SERIA

Per quanto ne dica Recalcati (che ci ha scritto l’ennesimo libello sopra) – che non la pensa poi tanto diversamente dal 95% dei viventi in Italia in questo momento e cioè che la vita sia ape, spritz cannetta post prandiale scopatina uscita in barca possibilmente invitato/a casa a Cortina festicciola e tirar tardi un po’ sballati fino alle tre – il sacrificio o i sacrifici come sapevano bene Bergman e Tarkovskij sono l’unico senso della vita: se vuoi successo devi sudare e lavorare tosto, se vuoi amare devi faticare e probabilmente anche soffrire, se vuoi dei figli devi sacrificare te stesso perché non puoi occuparti solo del tuo ego, pena farne dei disadattati alla vita, se vuoi qualcosa devi essere pronto a dare e anche a rinunciare o soffrire. Wittgenstein accostandosi alla fine della sua vita che pure in punto di morte giudicò essere stata molto felice, disse: “Non so perché siamo qui, ma di sicuro non è per divertirsi.” La vita non è divertimento gioco scialo superficialità cazzeggio. La vita è una cosa sublime ma seria e non siamo qui per piluccarci e sventolarci come facevano Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden, prima della caduta nella corruzione del mondo (degli uomini).