LA SVIZZERA PROTEGGE LA CULTURA ITALIANA
Ha letto Leopardi e ricordato Manzoni il professor Ottavio Besomi, Prof. ordinario di letteratura italiana dal 1969 al 2002, quando ieri ha ricevuto il “Premio Massimo 2018” della Fondazione Iside e Cesare Lavezzari, in quanto riconosciuto come uno dei più importanti studiosi della cultura e della letteratura italiana. Fin qui sembrerebbe tutto normale, se non fosse che il premio è stato consegnato a Chiasso, in Svizzera, e sia fondazione che premiato siano svizzeri DOC al 100%… Meno male che c’è la Svizzera a proteggere la nostra cultura, noi celebriamo e mandiamo persino al governo cittadini che hanno evidenti problemi sia di lingua che di cultura nazionale mentre, nella vicina confederazione, la lingua italiana e la cultura del Bel Paese sono sorprendentemente così importanti da essere insegnate nelle università di tutti i cantoni e destinatarie di premi. Il professor Besomi è nato a Tesserete, un piccolissimo centro del Canton Ticino il 4 marzo 1937, dopo aver studiato letteratura italiana e filologia romanza all’università di Friburgo (cantone di lingua francese) dal 1958 al 1963, si laurea nel 1963 con una tesi intorno alla “Lira” di G.B. Marino con i docenti Giuseppe Billanovich, Giovanni Pozzi ed Arrigo Castellani. Unica pausa italiana il perfezionamento in filologia romanza e moderna all’Università presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Nel 1969 inizia l’insegnamento come Professore Assistente di letteratura italiana all’Università di Zurigo (cantone di lingua tedesca) dove reterà fino al 1988 e poi, sempre come Prof. Ordinario, fino 2002 al Politecnico Federale di Zurigo. Considerate le dimensioni della Svizzera il premio consegnato ieri può sembrare di poco conto, eppure nella crisi generale della lingua italiana e dei suoi valori che registriamo nella nazione dove è nata e dove dovrebbe essere celebrata e protetta, sapere che qualcuno ama così tanto la nostra cultura letteraria da farne una ragione di vita e di ricerca è davvero confortante. Prima di lui lo stesso premio andò nel 2003 allo scomparso professor Bixio Candolfi, svizzero con l’amore per l’Italia e gli italiani, quell’amore che spesso pare mancare al popolo che questi luminari tanto apprezzano suo malgrado.
