DI MAIO E SALVINI FANNO IL TIRASSEGNO CON LA FRANCIA. E MACRON REAGISCE

DI MAIO E SALVINI FANNO IL TIRASSEGNO CON LA FRANCIA. E MACRON REAGISCE

E’ crisi diplomatica fra Italia e Francia?Forse sì forse no.Di certo c’è alta tensione sull’asse Roma-Parigi,dopo le parole del vicepremier Di Maio sulla cosiddetta‘moneta coloniale’che avrebbe come conseguenza diretta un neocolonialismo con l’inarrestabile esodo di migranti verso l’Italia. Parole dure, anzi accuse belle e buone indirizzate a Macrondai microfoni di una recente manifestazione pentastellata in Abruzzo: “La Francia continua ad avere delle colonie di fatto, con la loro moneta, il franco”, ha dichiarato il ministro del Lavoro. Per poi rincarare la dose con il fatto che quelle risorse Parigi le utilizza “per finanziare il suo debito pubblico e indebolire le economie di quei paesi da dove poi partono i migranti”. Accuse che non sono piaciute al governo franceseche bolla come ‘inaccettabili e senza fondamento’ e per le quali pretende spiegazioni. Da qui la convocazione urgente di Teresa Castaldo, ambasciatrice italiana per riferire in merito agli attacchi di Di Maio, ampiamente spalleggiato dal suo alleato Salvini, in questo scontro italo-gallico. “Le cause delle migrazioni sono diverse. In Africa c’è gente che sottrae ricchezza a quei popoli e la Francia è evidentemente tra questi. In Libia la Francia non ha nessun interesse a stabilizzare la situazione, perché ha interessi petroliferi opposti a quelli italiani. Io ho l’orgoglio di governare un popolo generoso, solidale, accogliente e lezioni di bontà e generosità non ne prendiamo da nessuno, men che meno dal signor Macron”,ribadisce il vicepremier leghista. Una diatriba quella di Salvini con Macron che va avanti da tempo.E che riaffiora ogni qualvolta da Ventimiglia arrivano notizie di respingimenti di migranti dalla frontiere francese in quella italiana, anche di minori. Nonostante questo il premier francese più volte ha definito ‘vomitevole’il pugno duro di Salvini e la conseguente volontà di voler tenere chiusi i porti italiani. Perché l’accoglienza e quindi l’integrazione, dicono i due vicepremier, non è un problema italiano. O meglio, non solo italiano ma europeo. Ma gli Stati europei, Francia in testa, continuano a cincischiare,promettendo a parole interventi e solidarietà, per poi girarsi dall’altra parte quando è il momento di agire. Monsieur Macron non ci sta e pretende chiarimenti. Giudica infondate le accuse avanzate dal duo Di Maio-Salvini(avvallate anche dal ritorno in scena di Di Battista). Sostiene che se un paese vuole uscire dal Cfa (franco africano) è libero di farlo, come hanno fatto Madagascar e la Mauritania così come è libero di aderire chi voglia farne parte. Nessuna imposizione dunque ma libera scelta secondo il premier francese. Tassa coloniale che impoverisce chi la usa e produce migranti, secondo i due ministri gialloverdi. Due verità a confronto. Manca la voce dei 14 paesi africaniche la usano sin da quando, nel dopoguerra, l’allora presidente De Gaulle la istituì per stabilire una certa stabilità economica.Una polemica antica. Che forse andrebbe chiarita una volta per tutte