DOVE MORIRONO GLI ULTIMI COMBATTENTI DEL GHETTO DI VARSAVIA

DOVE MORIRONO GLI ULTIMI COMBATTENTI DEL GHETTO DI VARSAVIA

Varsavia: sono andato poco tempo fa nell’area del ghetto a cercare i resti del bunker in cui si asserragliarono gli ultimi ebrei della rivolta della Pesach ’43.Il ghetto non esiste più, l’area è occupata da edifici anonimi a forma di parallelepipedo, la piccola collinetta del bunker è nascosta da una fitta siepe, nessuna indicazione per individuarla.Il bunker oggi è sovrastato da una magedavid, la stella di david, nient’altro. Là sotto morirono gli ultimi coraggiosi combattenti del Ghetto guidati da Mordechai Anielowicz (nella foto sotto).Il 18 gennaio 1943, Mordechai Anielewicz aveva preso con altri l’iniziativa di impedire la deportazione di un gruppo di ebrei ai campi di sterminio, iniziando la rivolta che sarebbe terminata il 16 maggio 1943.La loro organizzazione, eroica, si chiamò ZOB (Żydowska Organizacja Bojowa, in italiano Organizzazione ebraica combattente)Mordechai Anielowicz si suicidò, con la sua fidanzata e lo stato maggiore, nel bunker della ŻOB in Via Mila, l’8 maggio, quando la loro cattura da parte dei nazisti era ormai inevitabile.Mordechai aveva solo 24 anni.Nel vicino museo ebraico a Varsavia, il Polin in via Anielewicz 6, sono conservate poche cose della ZOB, un innesco per bottiglia molotov, un fucile da caccia trasformato in arma artigianale da combattimento, poco altro.La Polonia non li ricorda, non mette cartelli per ricordarli.Del resto questo problema della scarsa toponomastica riguarda anche grandi città come Milano, dove il Memoriale del Binario 21 in via Ferrante Aporti non è indicato da niente sulla lunga strada che corre accanto alla Stazione Centrale.