GLI ESAMI NON FINISCONO MAI
Gli esami non finiscono mai, diceva Eduardo in una sua splendida commedia. E cioè, come tutti sperimentiamo sulla nostra pelle, ogni giorno è un’incognita, un ripresentarsi agli esaminatori della vita, del lavoro, dei giorni pari e dispari della nostra esistenza. La ruota gira e ogni giorno ci è richiesto, in modo più o meno sottile, più o meno brusco, di dimostrare o confermare chi siamo, se e quanto valiamo. Soprattutto se decidiamo di partecipare a una gara. Non è detto che sia giusto, forse non lo è, ma è così e noi tutti ci facciamo i conti. A volte con un sorriso, a volte con delusione. A volte si perde, a volte si vince. E in questo siamo, o dovremmo essere tutti uguali. Se c’è un esame da superare siamo lì tutti schierati ai blocchi di partenza, in regola con le regole, e poi che vinca il migliore. Ma… Ho appena letto sui giornali le rimostranze di un artista la cui canzone non è stata presa a Sanremo (tra l’altro l’anno scorso, è uno che ci ripensa). Un artista molto noto, di quelli che hanno sempre ragione secondo i critici, i media, gli opinionisti e i frequentatori del bar dei geni. Costui si chiede come mai una sua canzone possa essere stata esclusa dal festival (impensabile, sacrilego). La vaga idea che semplicemente, forse, le altre canzoni erano più belle non è prevista ). Ma anche se non fossero state più belle, una volta che ti metti in gioco devi giocare con le regole stabilite. Soprattutto se sei un artista con la A maiuscola.PS. Non faccio nomi perché il punto NON è il personaggio, ma il tema. Invito tutti a NON giocare al chi è, perché non interessano i pettegolezzi ma gli argomenti. Grazie.
