NIENTE RITROVO SERALE A CASA CALENDA

NIENTE RITROVO SERALE A CASA CALENDA

DI ALESSANDRO GILIOLIOggi in edicola(servizio pubblico di rassegna stampa in 10 punti per chi non ha tempo) 1. Niente ritrovo serale a casa Calenda. È l’unica cena andata di traverso a milioni di persone prima ancora che qualcuno toccasse cibo. 2. Ma possibile che Calenda non capisca che una cena fra quattro notabili maschi al chiuso della sua bella casa è – anche simbolicamente – il contrario di un confronto politico aperto, partecipativo, democratico e coinvolgente con le persone fuori? La risposta è: sì, evidentemente è possibile. 3. Che poi uno dice, con rispetto, ma chi cacchio è questo Calenda? E perché il futuro della sinistra dovrebbe essere deciso a casa sua? La risposta alla prima domanda è: un ex dirigente di ottima famiglia entrato in politica con Montezemolo, poi eletto in lista bloccata con Monti, mai visto in trent’anni a un’iniziativa politica della sinistra. La risposta alla seconda domanda è: boh. 4. A proposito di cene, secondo La Stampa la prima cosa che B. ha chiesto a Salvini l’altra sera è stata “Cos’è questa storia dei tetti alla pubblicità?”; e Salvini avrebbe risposto “Tranquillo, solo una sbruffonata, non se ne farà nulla”. Relata refero eh, i grillini non si incazzino con me. Semmai coi loro. 5. Legge di bilancio, mancano una ventina di miliardi per realizzare almeno un po’ delle promesse elettorali. Di Maio minaccia di far fuori Tria. Salvini definisce “paturnie” le impuntature grilline sul cosiddetto reddito di cittadinanza. 6. Temi di litigio nel governo, a oggi: reddito di cittadinanza; pensioni minime; età pensionabile; miliardi da destinare a riduzione imposte partite Iva; il condono che non si deve chiamare condono; deficit all’1,6, al 2 o addirittura al 2,9 per cento; revisione dei ticket sanitari; Foa alla Rai (ora che Berlusconi l’ha digerito è il M5S che minaccia di non votarlo più); commissario per la ricostruzione del ponte a Genova. “Il vertice si è svolto in totale armonia”, ha infatti detto Conte. 7. Ah, si bisticcia anche sulle Olimpiadi perché Torino è del M5S, Cortina è della Lega e Milano è del Pd. A me fa molto prima Repubblica, quando l’Iri spettava ai democristiani, l’Eni ai socialisti e l’Efim ai socialdemocratici (mai capito bene perché l’Efim ai socialdemocratici, ma funzionava così). 8. Comunque tra i titoli più diffusi oggi c’è “L’ira di Di Maio”. Ha preso il posto del caro, vecchio “L’ira di Renzi” che spuntava ovunque, sulle prime pagine, fino a un paio di anni fa. 9. Prosegue intanto il dibattito sull’identità italiana, dopo lo scazzo tra il Manifesto e Galli della Loggia (ok, non ve n’eravate accorti, ma su alcune prime pagine è in corso uno scazzo sull’identità italiana; e giuro che ieri sui social ho visto gente ex di sinistra ora rossobruna tifare tipo curva nord per Galli della Loggia). 10. Osservatorio quotidiani fasciotrash: “Macron ci scatena contro le Ong”; “Nigeriano accoltella coinquilino”; “Rom ruba in ospedale”; “Tunisino lava i panni in una fontana”; “Violenta rissa tra quattro africani”; “Gambiano spaccia eroina vicino a una scuola”; “Marocchino sbatte al muro la figlia”; “Veronica Maja e il marito nudi al mare” (lo so, l’ultimo titolo non c’entra con i precedenti, ma mi pareva aiutasse a capire la levatura editoriale nel suo complesso).