DONNE E BAMBINI. I DIRITTI NEGATI NELLA NOSTRA SOCIETÀ “CIVILE”
DI CLAUDIA SABAQuesta è la storia di Alina.Arriva in Italia all’età di 16 anni con un uomo, albanese come lei, che promette di darle una vita felice, una famiglia, l’amore.Ma appena in Italia, inizia il suo calvario.Durante la notte, quello che pensava essere il suo compagno, la fa avvicinare da un altro uomo che, mentre lei dorme, la violenta.Sarà questa la sua iniziazione alla nuova vita che l’aspetta:la prostituzione.Trascorre così 8 anni della sua giovane vita in strada, con l’incubo della violenza, del degrado, dei soprusi da parte del suo “protettore”.Senza più forze affronta gli eventi dolorosi che intanto, lasciano dentro di lei, segni profondi.Un giorno incontra un uomo.Lui s’innamora di lei e lei di lui.E in quel momento si riaffaccia nella sua mente l’idea, sempre accarezzata, di poter vivere davvero una vita nuova, il sogno di una famiglia, dei figli, una normalità a cui non pensava più nemmeno di avere diritto.Invece la vita le da’ una nuova possibilità e lei non può lasciarsela sfuggire.Alina si sposa.Dal matrimonio nascono due bambine e il passato resta sepolto per sempre dietro di lei.La vita di coppia prosegue felice , serena e cola d’amore.Fino a quando il suo sfruttatore di un tempo incontra il marito di Alina e racconta tutto del suo passato.Per Alina, che non aveva raccontato nulla al marito, quella è la fine di un sogno, di una vita conquistata a fatica.Il marito chiede la separazione e l’affido esclusivo delle bambine.Motivo?Una donna (bambina di 16 anni) che ha fatto la prostituta per 8, che ha subito violenze, confermate anche dal suo protettore, non è degna secondo il marito, di vivere con lui ne’ di crescere i suoi figli.La coppia finisce in tribunale.E qui ci si aspetterebbe un giudizio imparziale del giudice.E invece arriva la sgradita sorpresa.Il giudice non tiene conto di ciò che ha passato quella giovane e il suo giudizio e’ impietoso.Affida le bambine al padre obbligando Alina a lasciare immediatamente la casa senza alcun diritto a ricevere un mantenimento.E così Alina viene messa alla porta.Niente figlie, sua ragione di vita, che ha cresciuto con amore e dedizione, niente casa, niente di niente.Come una comparsa, apparsa per un attimo nella vita di quell’uomo da cui, dopo aver messo al mondo due figlie deve scomparire come se non fosse mai esistita.Un passato che ritorna,che le ha ferito profondamente l’anima ieri, e che oggi, torna di nuovo prepotente a chiederle un conto salato da pagare.Perché una giovane di 16 anni indotta a sbagliare e a subire, non ha più diritto ad avere una vita.Non ha più diritto al futuro.Era e resta, solo una puttana.Ringraziamo di cuore per questa sentenza, equa, che dimostra ancora una volta quanto valgano i diritti delle donne e dei bambini, nella nostra società “civile”.
