IL MONUMENTO PER L’ULTIMO DEI BAGLIONI METAFORA DELL’EUROPA DI OGGI

IL MONUMENTO PER L’ULTIMO DEI BAGLIONI METAFORA DELL’EUROPA DI OGGI

Concedere imprudenti accostamenti è una delle magie dell’arte, allaGalleria Nazionale dell’Umbria, per esempio, un ligneo cavaliere di autore nordeuropeo che con impeto abbatte avversari e tutto ciò che si frappone tra lui e la vittoria fa venire in mente l’ultimo assalto ne “La battaglia di Alamo”. Ma non consente solo questo, perché poi l’attenzione si sposta sulle minuziose coda, criniera e piume dell’elmo; sulle froge del naso del cavallo tese nello sforzo di respirare, sui denti del guerriero sconfitto a terra. E siccome curiosità genera curiosità si può venire a sapere che la scultura perugina è un bozzetto in legno del monumento equestre in bronzo dorato nella chiesa veneziana dei santi Giovanni e Paolo che la Serenissima volle per Orazio Baglioni, morto nel 1617 combattendo contro gli Uscocchi. Gli Uscocchi? Chi erano costoro? Un popolo balcanico dedito alla pirateria nelle coste dalmate. Insomma, di domanda in domanda, di pensiero in pensiero un’opera d’arte offre notizie su di sé, e sapendo che è dedicata a un Baglioni non si può non pensare alla potente e ricca famiglia perugina i cui membri hanno combattuto come capitani di ventura in ogni angolo d’Italia. Forse Orazio è stato l’ultimo dei Baglioni guerrieri, perché ai suoi tempi la guerra non si combatteva più tra soldati di ventura ma tra eserciti e flotte di stati nazionali che si stavano ponendo il problema di come spartirsi gli staterelli italiani. Ecco allora quest’impetuoso cavaliere diventare metafora della fragile Europa di oggi che se non si unirà più saldamente non riuscirà a resistere alla bramosia delle potenze continentali che lavorano per dividerla e dividersela.