GABRIELE LA PORTA IO LO CONOSCEVO BENE
Gabriele la Porta io lo conoscevo bene. M’invitava alle sue trasmissioni notturne a parlare di guerre, di tortura, di mine, di curdi, e di tutte le altre cose di cui mi occupavo allora, e che non importavano quasi a nessuno. Si andava in onda di notte, ci vedeva giusto qualche erotomane tra un porno e l’altro, ma io credo che Gabriele avrebbe parlato delle stesse cose a qualsiasi ora, perché a lui interessavano, e aveva una curiosità sterminata. Quando chiuse il mio giornale, “Avvenimenti”, e rimasi solo a cercare di riaprirlo, lui mi diede una specie di rubrica in cui raccontavo a una sua collaboratrice i passi fatti e quelli da fare per riaprire il settimanale. Aveva a cuore la libertà di stampa, e se ricordo bene comprò anche delle quote della nuova impresa. Più o meno a quell’epoca Guzzanti iniziò a fare di Gabriele una strepitosa imitazione, credo alla Tv delle ragazze, e io acquisii un certo prestigio nei confronti di mia figlia, che all’epoca aveva undici anni, e adorava Guzzanti, solo assicurandole che conoscevo il tipo di “altrimenti lui muore”. Se ne va una persona intelligente, colta, magari un po’ bizzarra, capace di passare con disinvoltura da Giordano Bruno a Hillman al mago Silvan senza mai annoiarti. Un altro pezzo della Rai che ho amato, e a poco a poco scompare. E niente, volevo solo dire che mi dispiace.
